L’università del New Hampshire presenta i risultati di un rapporto scientifico: la correlazione fra il consumo di marijuana e l’incremento nel consumo di droghe pesanti è totalmente infondata. Sono altri i fattori che spingono a fare il salto. Ecco qualcosa che dispiacerà ai teorici del proibizionismo sulle droghe leggere. La teoria, si sa, afferma che il consumo di droghe leggere sia il naturale trampolino di lancio per fare un passo ulteriore, e iniziare a consumare qualcosa di più pesante. Ma uno studio di un’università americana, l’ateneo del New Hampshire, ora sembra smentire proprio quest’assunto: non ci sarebbe nessuna correlazione fra il consumo di marijuana e la predisposizione ad iniziare l’assunzione di droghe pesanti.
SONO ALTRE LE RAGIONI – “I più forti induttori che spingono al consumo di droghe pesanti sono la razza e il ceppo etnico, non l’aver precedentemente fumato erba”, dicono gli scienziati, aggiungendo che altri fattori di rischio sarebbero “la vita lavorativa e lo stress” che una persona sopporta. Infatti, secondo i campionamenti dello studio scientifico, “i giovani adulti che non si erano diplomati o laureati avevano la stessa probabilità di aver fumato marijuana dei teenager, ed erano ugualmente indotti a passare alle droghe pesanti crescendo”, scrivono gli accademici. “Più opportunità educative ed occupazionali ha una persona”, concludono, “minore è la possibilità che la marijuana funga da droga-ponte verso quelle pesanti”. In ogni caso, “l’effetto-ponte scompare dopo i 21 anni”.
Fonte: giornalettismo.com