In Spagna attivisti per la legalizzazione della cannabis si stanno proponendo sempre piu all’avanguardia di questa battaglia legale. In un articolo su The Guardian, il presidente Álvaro Pedro Zamora del primo social club di canapa , ‘Paracuellos de Jarama’ a Madrid, spiega il procedimento:
“Abbiamo aperto per due mesi e abbiamo già 125 membri. ()… Questa non è Amsterdam, questo non è un coffeeshop. Questa è la sede della nostra associazione ed è un luogo privato. Non è aperto per tutti “.
I membri di tale club privato pagano una quota annuale (nel club di Zamora i costi di adesione sono € 120 all’anno) e il club segue determinate regole. Non tutti possono diventare membri. I potenziali membri vengono intervistati e, talvolta, negata l’iscrizione, se ‘non sono adatti al profilo’.
La Spagna non ha una legge che vieta il consumo privato e i soci sostengono che è più sicuro di usare il club che andare nei parchi o fumare in pubblico. Zamora aggiunge: “questa associazione riconosce il fatto che la cannabis non faccia bene a tutti. Noi proponiamo una forma di consumo responsabile. Non tutti dovrebbero fumare. Sappiamo che ci sono rischi….” I membri del Club possono portare la loro cannabis o condividere le riserve del club stesso. Ne possono anche portare un po’ via, se ne firmano il prelievo e se resta per consumo personale.
Tuttavia, i proprietari di queste associazioni di cannabis spesso incontrano problemi quando si tratta di rifornire il club. Dopo tutto, tutto il resto del giro intorno al cannabis è tuttora illegale. E anche la coltivazione. “Stiamo lottando per il diritto legale di coltivarla”, ha detto Zamora. Il club ha richiesto una licenza medica per coltivare la cannabis, ma è stata respinta. La polizia ha poi perquisito la loro piantagione segreta e distrutto tutte le piante.
L’associazione sta anche portando avanti alcune campagne per la legalizzazione. “Il proibizionismo non funziona. È da secoli che la cannabis viene usata, e continuerà ad essere usata ancora per secoli a venire. Il proibizionismo crea un mercato illegale e tutto ciò che questo puo comportare. E ‘meglio usare le risorse per educare la gente che sprecarle su un proibizionismo che comunque non funziona.”
Fonte: azarius.it