Nella buona pratica dell’agricoltore biologico, un primo passo per un ottimo successo dei propri sforzi, è quello di focalizzare il migliore substrato di coltivazione o il mix che più si addice alle proprie esigenze di coltura. C’è chi decide di arricchire con materiali organici che col tempo si trasformeranno, oppure chi decide di mantenere una miscela molto povera per poter gestire al meglio le fertilizzazioni liquide ed essere quindi più cosciente dell’approvvigionamento reale e quindi le necessità delle sue piante. Questo è molto importante, una volta che si miscela in abbondanza del fertilizzante organico bisogna stare molto attenti, in quanto una volta iniziata la decomposizione le radici subiscono un carico eccessivo se non si è stati molto cauti e diventa un processo difficilmente risolvibile con dei risciacqui come nel caso dell’uso dei minerali sintetici.
Molti coltivatori preparano da se i substrati mescolando vari materiali, oppure preferiscono acquistare dei prodotti già preparati e confezionati in varie tipologie di contenitori. In dettaglio si affronteranno le problematiche legate alla miscelazione e le proposte commerciali dei prodotti industriali (caratteristiche chimico fisiche, qualità, prezzo).
Un buon miscuglio dovrebbe possedere le seguenti proprietà:
• buon ancoraggio per la pianta
• elevata capacità idrica e di drenaggio
• elevata porosità e capacità di assorbimento
• elevata capacità per l’aria anche a capacità idrica massima
• buon potere tampone per il pH e, comunque, valori di pH e di EC idonei
• struttura stabile nel tempo
• buona imbibizione dopo eventuale prosciugamento
• idoneità alla conservazione
• privo di sostanze fitotossiche ed inibitrici della crescita
• possibilità di controllo della dinamica degli elementi nutritivi
• esente da parassiti animali e vegetali
MIX e preparazione delle miscele
Visto quanto detto sulle caratteristiche chimiche e soprattutto fisiche dei diversi materiali che possono far parte di substrati di coltura, al fine di apportare miglioramenti ad alcune loro caratteristiche oltre che contenerne il costo, si rende necessaria la costituzione di mix per garantire la migliore abitabilità alle piante in coltura.
La base del mix di substrato è costituito dalle torbe o cocco e quindi su queste si baseranno le diverse formule di miscelazione.
In modo del tutto indicativo, si può affermare quanto segue:
a) torba, fibra di cocco, per aumentare la capacità di ritenzione idrica;
b) pomice, zeolite, sabbia grossolana, lapilli vulcanici e cortecciame per aumentare la porosità libera e il drenaggio;
c) torba bionda e sabbia per acidificare il substrato;
d) materiale organico e zeolite per aumentare il Coefficiente di Scambio Cationico e il potere tampone per gli sbalzi di pH;
e) substrati con elevato rapporto C/N per favorire maggiore durata e stabilità nel tempo (ad esempio fibra di cocco o materiali legnosi, proteine e zuccheri).
In generale, per quanto riguarda la dotazione di elementi nutritivi, sono da preferire dei mix piuttosto poveri, al fine di poter meglio gestire la coltura, al fine di apportare i necessari nutrienti nella forma e nei momenti più idonei per soddisfare le richieste delle diverse specie coltivate.
Il rapporto tra i diversi costituenti di un miscuglio varia anche in funzione delle condizioni ambientali in cui si opera, infatti, in condizioni di temperature elevate (come nel caso dell’outdoor ove vi è anche la siccità probabilmente), per evitare un rapido essiccamento, è razionale l’impiego di componenti che possiedano capacità di ritenzione idrica molto elevata e che, nello stesso tempo, garantiscano resistenza alla decomposizione (ad esempio fibra di cocco, lapilli, zeolite). Quando, invece, si opera in ambienti umidi e con bassa radiazione solare si dovranno preferire i componenti con elevata macroporosità, al fine di garantire un buon drenaggio, con conseguente rapido sgrondo delle acque in accesso. In questo caso si dovranno aggiungere componenti più grossolane rappresentate ad esempio da pomice leggera, zeolite, agriperlite e altri similari.
Le esigenze fino ad ora esposte, portano alla formulazione di mix per la cui preparazione dovrà essere necessariamente l’ottenimento di una massa omogenea più facilmente mescolabile, sufficientemente umida e con buona calibratura delle particelle. Ciò al fine di ricavare un prodotto standard con caratteristiche note e costanti nel tempo. Alla domanda: Qual è il substrato ideale? L’unica risposta razionale è: “non esiste il substrato ideale”.
Ogni substrato presenta caratteristiche e peculiarità differenti che, se opportunamente gestite, possono farlo divenire “il substrato ideale”.
Vediamo ora di tracciare un chiaro riferimento e per ottenere il migliore substrato per le nostre piante, chiarendo il tutto con degli esempi semplicissimi di substrati con i quali ho ottenuto personalmente, e a chi li ho consigliati, degli ottimi successi:
OUTDOOR:
• 100 L DI TERRICCIO BIO pH 6.3 -7.0 (gia miscelato con, bentonite, pomice, sabbia silicea)
• 1kg di zeolite
• da 3 a 5 litri di humus di lombrico
• 1kg superguano (5-14-6)
• 1kg organikappa(3-6-12)
• 100 gr Mycorrize + batteri + trichoderma
Miscelare il tutto in un metro quadro di superficie precedentemente vangata in profondità e ripulita di tutte le malerbe infestanti comprese le radici e frollare a dovere. Dopodiché trapiantate nei giorni successivi senza che le piante ancora piccole entrino in contatto con la parte sottostante dove c’è il fertilizzante. Nel caso di utilizzo in vaso è necessario allungare il tutto con altri 100 litri di terriccio aggiungendo un altro kg di zeolite. Fertilizzate solo con stimolatore crescita o attivatore del suolo per il primo mese e poi ragionate in base alle esigenze delle piante (tratteremo questo capitolo a se stante in maniera esaustiva e approfondita in uno dei prossimi numeri).Tenendo in considerazione le varie fasi (crescita e fioritura) della pianta potremmo anche considerare di utilizzare del sangue di bue come ammendante per il terriccio di crescita (in vaso) e utilizzare il superguano e l’organikappa solo nell’ammendo in sito di trapianto. La cosa importante è non eccedere coi fertilizzanti liquidi una volta che si è abbondanti con i solidi.
FILIMAGNO
Pubblicato su Dolce Vita n°9 Marzo/Aprile 2007