Cos’è la canapa? Perché è scomparsa dal Mondo? Chi ha realmente creato il proibizionismo sulla canapa? Che interessi stanno dietro il suo proibizionismo? Cosa potrebbe offrire questa pianta? A queste ed altre domande ha risposto Filippo Esmaily con il piglio di chi non si ferma ad analizzare i fatti, ma cerca di andare oltre per capire cosa sia successo e quali possibilità ci offra il futuro nei riguardi di questa pianta incredibile, nel libro “Riconquistando la CANAPA”.
“Il libro in questione vuole affrontare il tanto temuto e dibattuto argomento canapa, ma in realtà parla di democrazia, d‘ecologia, d’economia, di droga o medicina”, racconta l’autore del volume che contiene anche gli interventi di Don Andrea Gallo, Vittorio Ferraresi (deputato del Movimento 5 Stelle), Fabrizio Cinquini (medico arrestato di recente per le sue ricerche sulla cannabis terapeutica) ed Enrico Bottaccio (malato che lotta ogni giorno per il diritto di curarsi). Il libro è attualmente in vendita in versione e-book, ma è prevista anche una versione cartacea. Chi volesse acquistarlo o avere maggiori informazioni può cliccare sulla pagina Facebook o sul sito dell’autore, al quale abbiamo fatto qualche domanda per capirne di più:
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
L’ispirazione per il mio libro “Riconquistando la canapa” è nata grazie a Massimo Mazzucco e al suo documentario “La vera storia della Marijuana”, non sapevo molto del tema e mi stupì tantissimo, devo ammettere che mi ha aperto la strada verso la dietrologia. Così ho scoperto che nella vita dobbiamo in qualche modo decidere da che parte stare in qualsiasi campo, non accettare mai ciò che ci viene raccontato dai media ed investigare noi stessi per trovare la verità. Mi appassionano tanto questi temi e credo di aver trovato lo scopo della mia vita, smascherare i “Cattivi”.
Quali sono le cose più incredibili che hai scoperto scrivendolo?
Bella domanda. Ogni capitolo del mio libro racchiude scoperte che dal mio punto di vista sono incredibili! Prima di scriverlo non conoscevo molto della canapa, ho scoperto tutto passo per passo. Adesso, a lavoro ultimato, credo che la più grande cosa che mi sia successa non è una scoperta specifica, bensì imparare a rispettare molto di più la natura.
Perché ti sei rivolto a Don Gallo per le prefazione?
Diciamo che volevo la parola di un grande filosofo contemporaneo che, al contempo, fosse una persona che avesse avuto a che fare con i problemi relativi alle tossicodipendenze per tutta la sua vita, perché le mie ricerche avevano bisogno di un incipit iniziale. In qualche modo avevo paura di affermare cose incorrette o d’inneggiare un’apologia alla droga, esattamente l’ultimo dei miei obbiettivi. Anche se non sono cattolico, Don Gallo aveva in vita ed ha tuttora la mia completa stima, se tutti i preti fossero come lui, forse la chiesa avrebbe molta più credibilità.
Come giudichi la crescente consapevolezza che sta crescendo in tutto il mondo dopo le legalizzazioni negli Stati Uniti (sia a scopo ricreativo che terapeutico) e in Uruguay?
Come hai potuto osservare nel libro, non tratto assolutamente la contemporaneità di ciò che accade nelle Americhe per alcune ragioni fondamentali. Nel caso degli Stati Uniti sono sempre un po’ scettico, perché il più delle volte in Europa facciamo l’errore di ripetere il peggio; sarebbe forte dirti che sono anti-Yankee, ma non credo che il modello di vita americano sia un esempio da seguire. Poi non conosco la realtà dei fatti al 100%, la mia paura è che negli U.S.A. tutto ciò che accade, succeda per interessi che vanno ben oltre la giustizia. Mi spiego meglio, ho il terrore che quest’ondata di legalizzazioni stia avvenendo perché una multinazionale in particolare (da me giudicata come un espressione demoniaca), ovviamente parlo di Monsanto, stia monopolizzando le coltivazioni della canapa geneticamente modificata, per questo non voglio esaltare un tipo d’economia che aborro; bisogna essere coscienti che questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Io si esalto le proprietà della canapa, ma mai e poi mai considero che la biotecnologia sia buona. Per questo credo che negli Stati Uniti si stia strumentalizzando un interesse sulla canapa, che in realtà premia i soliti “Padroni”, in alcuni casi sono i famigliari di quelli che negli anni ’30 la vollero far estinguere. alla fine sono sempre i “re” a guadagnarci a discapito sia della biodiversità sia della salute umana. E ciò che credo è che l’Italia debba rivedere assolutamente le legislazioni, ma non permettere in nessun modo ai “padroni del Mondo” di mettervi le mani! Per ora nessuno ne parla, ma verrà fuori. Per quanto riguarda l’Uruguay, provo grande stima per il presidente Mujica, però sono anche cosciente che i “potenti” li permettano queste piccole libertà legislative, come statalizzare il mercato della cannabis, solo perché l’Uruguay è un Paese che conta due milioni di persone, ben differente sarebbe se fosse il Brasile a farlo. La natura vorrei fosse considerata patrimonio dell’umanità, quindi di tutti, per cui non si dovrebbe fare profitto con essa, perché con il profitto sulla natura viene meno un diritto fondamentale dell’uomo, il diritto alimentare. Vedi che è tutta una catena! Se si privatizza, si da tanto in mano a pochi, questo provoca distorsioni storiche, le quali fanno si che cose buone come la canapa vengano cancellate per anni.
Come credi si possa evolvere da noi la situazione dopo l’abrogazione della Fini-Giovanardi nei confronti degli stupefacenti?
Come affermo nel mio libro, dobbiamo smettere di delegare ad altri l’attività politica, questo è il primo obbiettivo, per questo appoggio i movimenti politici di democrazia diretta a discapito del modello di partito. Purtroppo le persone applicano sempre interessi personali alla legislazione, vedi, il problema reale non è Fini o Giovanardi, il problema è lasciare potere ai singoli. Avere un sistema di voto universale significa anche dover istruire la popolazione, affinché abbia una cultura generale abbastanza amplia da poter aver senso critico nei confronti dei candidati politici. L’unica arma per far sì che non accada più (una Fini-Giovanardi, una Bossi-Fini, una Ex Cirielli ecc..) è la cultura del singolo cittadino. Sono costretto ad affermare che tristemente la Fini-Giovanardi è un sottoprodotto di una cultura bigotta, ignorante e liberticida che ha per anni mal condizionato il nostro bellissimo Paese. Io amo l’Italia e per questo aborro quella politica che si è resa, e che si rende, partecipe di una prostituzione radicata verso interessi che non sono propriamente della cittadinanza. Il futuro per la canapa in Italia sarà certamente migliore del passato e del presente, ma bisogna assolutamente istruire la popolazione attraverso un’informazione con la “I” maiuscola.
Cosa hai trovato in Spagna? Cosa hai lasciato in Italia?
Qui in Spagna ho trovato l’Amore (vera causa della mia emigrazione). Ormai viviamo in un mondo globalizzato, nel quale ciò che c’è qui c’è anche lì. Non ho trovato nulla di diverso se non la qualità del caffè nei bar, vistosamente peggiore; ma posso dirti che decrescere qui è più facile. Infatti il costo della vita essendo leggermente più basso, permette ad una persona qui ha la possibilità seppur minima di non essere esageratamente dipendente dall’attività lavorativa. Per quanto riguarda la politica sulla canapa, con il Partito Popolare (PP) al Governo, la legislazione sta peggiorando radicalmente; purtroppo lentamente questa “apertura” sta scomparendo. il PP ha proposto una legge “Ley de seguridad ciudadana” (nella quale un articolo triplica l’attuale multa per possesso di cannabis) che, se verrà approvata, limiterà radicalmente la libertà del Paese, di fatto, avendo la maggioranza assoluta del Parlamento, credo che la conseguiranno.
Ora che l’inganno del proibizionismo sta definitivamente venendo a galla come si evolverà la situazione?
L’importante è che non ci sia nascosto l’inganno delle multinazionali come quelle citate anteriormente (Monsanto)! Si potrebbe ridisegnare la medicina, l’industria, il concetto di divertimento se, e solo se, le persone siano coscienti di ciò che è buono per loro e ciò che è dannoso. Se io un domani avessi denaro e volessi demonizzare la canapa perché, a mia volta sono in possesso di un’impresa che produce una medicina sostituibile con la cannabis 10 volte più redditizia perché più costosa, mi basterebbe mettere in piedi un’industria di cannabis, modificare le piante che produco affinché sviluppino un agente cancerogeno, commercializzarle e pagare qualche “pennivendolo” che dica: “vedi la marijuana è dannosa, provoca il cancro!”; questo non deve accadere. Uno dei più grandi problemi del capitalismo è che qualsiasi persona può essere proprietaria di qualsiasi impresa anche se gli interessi cozzano tra loro. Per ovviare a questo si dovrebbero creare leggi internazionali che proteggano la natura e che non permettano a capitalisti senza scrupoli di possedere azionariato di imprese in concorrenza fra loro. Il proibizionismo sulla cannabis comunque è fallito in tutti i suoi aspetti, ma nel corso di questi anni ha centrato gli obbiettivi voluti dai “Potenti”, ovvero: Vendere le sigarette, creare imprese petrolchimiche dannosissime, divulgare più che mai l’alcool come sostanza ricreativa, riempire le carceri di innocenti, togliere potere alla medicina fitoterapica e soprattutto conseguire che la canapa venisse vista dall’opinione pubblica come una dannosissima droga per tanti anni (un concetto molto difficile da sradicare).
Quali sono le applicazioni mediche ed industriali del futuro della cannabis secondo te?
Credo personalmente che presto il settore medico si dividerà, ci saranno da una parte dottori “Pro cure con la cannabis” e dall’altra medici visceralmente legati alla medicina allopatica per ovvi motivi di guadagno. Come al solito sarà la gente a pagarne le conseguenze, perché la confusione creerà un sottobosco di ciarlatani, medici che diranno qualsiasi cosa dei dottori “avversari”, beh, nulla di nuovo anche oggi è così, ma la situazione peggiorerà radicalmente perché con la canapa si da una vera risposta efficace alla medicina “convenzionale”. Io, dal canto mio, assicuro che sono più di due anni che non entro in una farmacia, e continuerò a non farlo. Per quanto riguarda la conversione industriale, sarà molto lenta, ma per il bene del Pianeta Terra si dovrà fare. Se vogliamo un futuro migliore per i nostri figli dovremmo ridisegnare un mondo eco-sostenibile e la protagonista assoluta sarà la canapa. Il primo obbiettivo affinché questo avvenga sarà rivedere il sistema economico basato sul consumo di prodotti che si rendono obsoleti in poco tempo, infatti, se con la canapa si possono produrre cose di ottima qualità, molto più resistenti dei prodotti fatti con il petrolio (in tutti i sensi), non potremmo mai e poi mai concepire il sistema industriale sulla produzione massiva. Questo è il grande problema che dovrà porsi al più presto possibile il Mondo, limitare l’impatto ambientale creando leggi internazionali sull’obsolescenza programmata dei prodotti.
Mario Catania