Il risultato positivo dei quesiti referendari che si sono svolti negli Stati Uniti il 6 novembre, dove è passata la proposta di legalizzazione della cannabis negli Stati del Colorado e Washington, non è piaciuto al nostro Dipartimento Antidroga, che durante la presentazione del 3^ Congresso Internazionale sulle neuroscienze a Verona, insieme nientemeno che a degli esponenti del Dipartimento Antidroga Americano (NIDA National Institute on Drug Abuse), si è affrettato a dichiarare e rilevare quali saranno i danni di una simile politica se venisse attuata (il ‘se’, è tutto un programma) http://www.politicheantidroga.it/comunicazione/comunicati/2012/novembre/3°-congresso-internazionale-neuroscienze.aspx, mettendo in guardia da pericoli esagerati o inesistenti, e così volano dichiarazioni banali, completamente distorte, e totalmente false, come alcune che andremo ad analizzare.
“La legalizzazione dell’uso di cannabis produce un aumento dei consumi soprattutto nelle fasce piu’ vulnerabili giovanili.”
Questo accade realmente nei Paesi in cui la sostanza è totalmente proibita, esattamente l’opposto di quel che dice Serpelloni, infatti i maggiori consumatori al mondo sono proprio gli USA dove vi è la legislazione meno tollerante tra i paesi occidentali (è sanzionato penalmente anche il consumo).
Ciò si dimostra appunto pura propaganda senza nessun fondamento, dato che, ad esempio, dall’esperienza Olandese, e negli stati in cui vi è una depenalizzazione reale, è stato dimostrato che la legalizzazione porta ad una normalizzazione dei consumi ed ad una migliore qualità dei prodotti.
Se poi la legalizzazione come prevista dai referendum americani. riguarda i maggiori di anni 21, come è possibile che questa comporti un aumento dei consumi nelle fasce giovanili?
“….rendendo socialmente tollerato l’uso, si assiste ad una diminuzione della disapprovazione sociale, fattore preventivo che si e’ dimostrato molto importante nel ridurre l’uso da parte degli adolescenti…”
Ed ecco l’altra perla che di tanto in tanto Serpelloni tira fuori dal suo cilindro magico, nessuna falsità è più grande di questa, in quanto è proprio il divieto e il conseguente brivido del proibito che hanno fatto crescere il numero di consumatori, sopratutto in Italia dove continuano ad aumentare sopratutto nelle frange giovanili, con un inizio sempre più precoce e con un alto rischio, vista la commistione dei mercati (tutte le sostanze sono uguali e proibite) in cui molti giovani possono soddisfare il ‘brivido’ di provare anche altre sostanze molto più pericolose: “tanto sono tutte uguali”.
Chi sono i responsabili di questa politica scellerata?
Lasciamo perdere in questo contesto di commentare le varie dichiarazioni, riguardanti i danni cognitivi cerebrali e permanenti e la riduzione del quoziente intellettivo, di cui da tempo vanno blaterando, non essendo più credibili per alcuno, ma sovente anzi fonte di numerose risate, quello che però ci ha colpito è la frase di chiusura di Serpelloni che dichiara beatamente “Quindi è necessario non usare alcun tipo di sostanza stupefacente, ne abusare di alcol“, forse ‘dimenticando’ (ma crediamo che ne sia a conoscenza) che l’alcol stesso è una sostanza stupefacente, e sicuramente la più mortale insieme al tabacco. In Italia, le morti a causa dell’alcol sono fra le 21 e le 25mila all’anno, contro alcune centinaia di morti per overdose da eroina, chiaramente nessuno è mai deceduto per cannabis. http://www.corriere.it/salute/10_novembre_01/alcol-droga-stupefacenti-danni-lancet_067bae72-e5af-11df-b5c0-00144f02aabc.shtml.
Serpelloni e tutto lo staff del DPA, ma così anche il NIDA americano, si sente in qualche modo minacciato da eventuali cambiamenti, e se questi iniziano a venire da dove il proibizionismo stesso è sorto, creano ‘difficoltà’ alla tenuta di un proibizionismo inflessibile come finora è stato.
In tutto questo tempo infatti il dipartimento antidroga ha speso le sue energie per prendere accordi internazionali con in paesi più proibizionisti ed oltranzisti del mondo. Sarebbe auspicabile innanzitutto lo smantellamento del Dipartimento politiche antidroga, così come è stato concepito (politico appunto non scientifico, nonostante il suo capo Serpelloni di ‘evidenze scientifiche’ se ne riempia la bocca), il licenziamento del suo attuale Zar antidroga Serpelloni e tutto il suo Staff, e che venga creato ex novo un dipartimento delle dipendenze patologiche presso il più accreditato e competente Ministero della salute.
Ora ciò che ci attende, sono le elezioni dell’anno prossimo, così vedremo se chi fino ad ora si è espresso a favore di una legalizzazione o regolamentazione della cannabis, esca allo scoperto o preferisca nascondersi dietro il più classico dei tabù e rimetta tutto nelle mani dei posteri, come finora è stato, oppure se veramente si ha il coraggio di cambiare, in Italia e nel mondo, cancellando uno dei divieti più assurdi della storia dell’umanità, quello sulla Canapa.
Davide Corda – ASCIA
Pubblicato anche su: http://www.legalizziamolacanapa.org