Il ministro della Giustizia sul caso del giovane morto al Pertini sei giorno dopo essere stato arrestato nel 2009: “Bisogna vedere se sono state eseguite tutte le indagini, se tutto è stato fatto al meglio”
Alla famiglia di Stefano Cucchi bisogna dare “risposte giuste, impegnandoci fino in fondo e facendo tutto quello che è possibile”. Sono le parole del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri a Sky Tg24 ricordando però che si tratta di “fatti complessi su cui spesso non si arriva a comprendere esattamente come si sono svolti”.
La vicenda di Stefano Cucchi, come quelle di Uva e Aldrovandi, afferma Cancellieri, è un caso “molto delicato in cui la giustizia si è espressa ma i familiari non hanno avuto piena risposta alle loro domande“. E dunque “dobbiamo vedere se le risposte sono state esaustive o no, se sono state fatte tutte le indagini che andavano fatte, se tutto è stato fatto al meglio”.
Il giorno dopo il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna di sei medici per la morte di Stefano Cucchi, il giovane geometra romano di 31 anni morto al Pertini sei giorno dopo essere stato arrestato nel 2009, non si sono placate le polemiche con il Sappe che ha attaccato il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e con la Procura della capitale che non sembra avere intenzione di sviluppare l’indicazione data dalla Corte d’Assise circa eventuali responsabilità dei carabinieri sul pestaggio di Stefano. Al sindacato autonomo di polizia penitenziaria non è piaciuto il commento del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, che ha parlato di ”indagini ancora in corso, attività ispettive del ministero che stanno verificando le situazioni”.
Fonte: fuoriluogo.it