Un ex carceriere ha rilasciato un’intervista esclusiva al Corriere della sera dove denuncia il suo comportamento e le azioni violente che quotidianamente si commettevano ai danni dei detenuti, mentre gli stessi secondini assumevano droghe per caricarsi nei pestaggi indiscriminati.
La situazione che scaturisce dalle carceri italiane (e non solo) viene con ogni metodo celata, nascosta, deviata, cercando di distrarre quello o quell’altro intervistatore che riesce ad ottenere il permesso per entrare tra le mura delle prigioni, dove vengono dirottati letteralmente nelle aree migliori dell’edificio, lasciando le aree incriminate da molti, come fantomatiche e leggendarie sfere parallele che alimentano i dubbi e la voglia di sapere. L’ultima notizia riguarda il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto dove A.P. (che per ragioni ovvie non vuole essere riconosciuto), carcieriere, ha subito la violenta forza di uno dei detenuti che oppresso e esasperato dalla sua situazione, portata non solo dalla detenzione, ma soprattutto dal continuo malmenare da parte dei secondini, ha tranciato di netto l’indice della mano di A.P.. In seguito all’accaduto, avvenuto dopo che lo stesso secondino era intervenuto per sedare una rissa, ha perso il dito della mano. Cercando nella cella il moncherino non è riuscito a trovarlo poiché lo stesso detenuto lo aveva ingoiato. Infine, lo stesso detenuto, per mancanza di leggi in una zona franca come il penitenziario, non è stato incriminato.
Questa situazione che soprattutto i detenuti vivono in carcere spesso e volentieri è troppa per poter non giustificare la violenza su quelli che dovrebbero indicare la retta via ai prigionieri che usano la loro carica per picchiare e seviziare gli stessi detenuti che come in questo caso si rivoltano provocando ancor più malcontento. Nel video si vede come un cameramen, invitato a riprendere nel carcere, quando un detenuto cerca di dire qualcosa, il carceriere gli impedisce di filmare e lo indirizza come una guida turistica nelle parti tranquille dell’edificio. D’accordo che fuori da quelle mura quegli uomini e donne siano difficili da vedere sotto l’ottica di vittime, ma almeno dovrebbero anche alcuni secondini essere messi dietro le sbarre, soprattutto perchè, dice un ex secondino, i carcerieri picchiavano i detenuti proprio per mestiere e si drogavano per essere più carichi nel farlo. Il Corriere della sera tramite un servizio esclusivo, ha mostrato questo violento nonnismo.
Fonte: Corriere.it