Cannabis, canapa, marijuana… tutte parole che in Italia fino a pochi anni fa quasi non si osava pronunciare in pubblico, facevano più paura di parole come bombe, guerra, crisi o disoccupazione ma forse qualcosa sta cambiando, l’Italia è stufa di tutto e forse l’America per una volta ha dato il buon esempio!
Le elezioni 2013 in Italia, si svolgono in uno scenario di totale sfiducia e tristezza da parte del popolo italiano che sembra assopito e sfinito dall’assurdità della politica italiana.
Ma in Italia esistono anche 5 milioni di consumatori di cannabis, diverse associazioni che lottano contro le leggi ingiuste e che grazie ad internet, ai passaparola e alle pubblicazioni indipendenti colmano i vuoti dell’informazione di massa.
Si, perchè questi 5 milioni di consumatori sono anche elettori, cittadini che meritano di essere tutelati nei loro interessi e che meritano politici informati e interessati. Forse nessuno se n’è accorto?
Non tutti i partiti l’hanno capito, molti dei partecipanti alle prossime elezioni sono volti di vecchia data che hanno sempre evitato l’argomento dimostrando totale ignoranza a riguardo, o forse sicuri di non aver bisogno di 5 milioni di hippy (a detta loro) per vincere le elezioni.
Nel corso della campagna elettorale, infatti diversi partiti si sono espressi sui temi riguardanti la coltivazione della cannabis terapeutica e i partiti, si dividono, tra chi vorrebbe pene sempre più severe e chi invece è aperto e favorevole ad allinearsi al resto degli Stati, in Europa e in America, che hanno depenalizzato o regolamentato l’uso di canapa terapeutica e addirittura ricreativa.
Ma, se a livello nazionale la situazione sembra piuttosto stazionaria, sono le regioni a mostrare la maggiore apertura al dialogo. Prima fra tutte la Puglia, dove a Racale, grazie al sostegno del sindaco di centro sinistra Donato Metallo è stato aperto il primo Cannabis Social Club, sulle orme dei Social Club spagnoli, che permette ai malati della regione di non doversi rivolgere al mercato nero per procurarsi l’unica medicina che gli risulti efficace.
I più favorevoli a parlare della questione e a rivolgersi ai 5 milioni di consumatori/elettori sono Ingroia e altri candidati del partito Rivoluzione Civile come Paolo Ferrero che sul suo blog fa un appello agli elettori “al fine di costruire da subito quelle convergenze che rendano possibile un passo vanti nella civiltà del paese” ricordando anche il modo con il quale il PD impedì la cancellazione della legge sulle droghe con una “campagna mediatica che bloccò ogni tentativo di riforma ad una delle legge a massima penalità per i consumatori”. Un piccolo passo avanti è stato fatto a riguardo lo scorso 28 Gennaio quando la Corte di Appello di Roma Sezione 3, all’udienza del 28 gennaio u.s., ha sollevato l’eccezione di costituzionalità dell’art. 73 dpr 309/90, nella parte in cui questa norma punisce allo stesso modo condotte che riguardino “droghe leggere” come la cannabis, da un lato, la cocaina o l’eroina, quali “droghe pesanti” dall’altro. Ma la lotta contro questa legge non deve fermarsi qui.
Ingroia, invece, approfitta delle dichiarazioni fatte da Roberto Saviano, in un articolo apparso su L’Espresso, che appoggiava le idee del professore Umberto Veronesi per affermare la sua disponibilità e il suo interesse ad affrontare l’argomento e a rendere il proprio partito attivo in questa lotta.
A queste dichiarazioni, il Pdl e Pietro Grasso sono pronti a rispondere.
Giovanardi, dopo il viaggio di Ingroia in Guatemala ci tiene a precisare che “che né l’Onu in quanto tale né il Governo Italiano condividono ed avallano le recenti (ed inquietanti, viste le circostanze) dichiarazioni del dottor Ingroia a favore della legalizzazione della distribuzione della cannabis che lui definisce droga leggera”.
A queste affermazioni si aggiungono quelle del Procuratore Antimafia Pietro Grasso che ha affermato “Qualsiasi cosa cambi la nostra natura, alcol, fumo, droghe, è deleterio, occorre prevenire per evitare di cercare qualcosa di esterno che ti aiuti nella vita, devi trovare dentro te stesso la forza di superare le avversità”.
Nessuna dichiarazione esplicita a riguardo arriva da Berlusconi o dalla Lega e nemmeno dal partito degli intellettuali di Oscar Giannino, non resta ora che aspettare e sperare che qualcosa cambi, ma soprattutto che i cittadini abbiano la possibilità di essere informati ed ascoltati.
Non sono molte le dichiarazioni del Partito Democratico a questo proposito, a parte quelle fatte da Ignazio Marino al programma radiofonico Un Giorno da Pecora su Rai2 nel quale afferma di essere a favore della liberalizzazione delle droghe leggere: “le canne fanno bene all’umore, al sistema nervoso centrale, se uno ha dei dolori li toglie e aumenta l’appetito”.
E se queste sono le (poco consistenti) dichiarazioni di Marino, gli elettori/consumatori, forse, si sarebbero aspettati di più anche da Grillo e dal Movimento 5 Stelle. Sul sito del movimento le proposte non mancano ma nel programma, non c’è niente di specifico a parte nella sezione riguardante la gestione del dolore che cita lo sviluppo dell’utilizzo di oppiacei specificando la morfina. Anche in questo caso le cose funzionano meglio a livello regionale dove le sezioni del Movimento 5 Stelle si sono messe in contatto con diverse associazioni (vedi Ascia) per aprire il dialogo almeno a livello regionale. Nonostante Grillo si sia pronunciato diverse volte in passato a favore della canapa e soprattuto dei suoi usi tessili e industriali, durante queste elezioni non si è fatto porta voce di questa battaglia in maniera personale anche se la rieducazione dei cittadini allo sfruttamento delle risorse naturali del territorio ne diventerebbe una diretta conseguenza.
Tra i partiti favorevoli alla liberalizzazione della canapa, si trovano anche i Radicali sotto il nome di “Amnistia Giustizia e Libertà” con Marco Pannella e la deputata Rita Bernardini che dopo la manifestazione antiproibizionista a Montecitorio “Italia chiama Usa” dello scorso novembre, continuano a sostenere la battaglia.
Quindi, se qualche fiore sta sbocciando è grazie alle associazioni ed ai movimenti alternativi i quali stanno facendo molto per promuovere l’informazione in Italia, si tratta di un argomento di forte attualità a livello mondiale ed Europeo e i partiti in primis dovrebbero farsene porta voce.
a cura di Giulia Rondoni per Enjoint.com / Dolce Vita
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