Si sono svolte ieri nei Paesi Bassi, le attese elezioni generali anticipate che hanno confermato alla guida dell’esecutivo, il liberale Mark Rutte. Nonostante la premiership immutata, è destinata a modificarsi la geografia delle alleanze fra le forze politiche in Parlamento e l’ottimo risultato del Partito Laburista potrebbe produrre a breve un accordo coi liberali, in grado di garantire stabilità al Governo. Una notizia non buona per il fronte antiproibizionista, alla luce anche del risultato deludente dei socialisti, molto impegnati nella lotta al “wiet-pass” per i coffee-shop. Crolla l’estrema destra di Geert Wielders.
Quello del “wiet-pass” è stato uno dei temi caldi della campagna elettorale, soprattutto per merito di Emile Romer, il candidato socialista che alla vigilia sembrava poter ambire al successo. Nulla di tutto questo, dato che i socialisti sono stati sopravanzati sia dai liberali di Rutte che dai laburisti di Diederik Samson. I primi due partiti hanno concluso con una performance estremamente simile. Ai liberali sono andati 41 seggi sui 150 da assegnare in Parlamento, mentre i laburisti si sono attestati a quota 39. Da qui, dunque, l’esigenza che appare chiara a tutti nel paese dei tulipani di un’alleanza fra le due forze vincitrici. Esse sarebbero in grado di garantire la cosiddetta governabilità e potrebbero condurre in porto misure in grado di far rifiorire la quinta economia del continente, anch’essa impattata dalla recessione internazionale. Filo conduttore che legherebbe Rutte e Samson, il comune sentimento europeista dei due. In nome dell’Europa, infatti, Rutte ruppe l’alleanza con i suoi precedenti alleati al Governo, ovvero la forza di estrema destra, Partito della Libertà, di Geert Wielders.
Estrema destra che è stata pesantemente bocciata dagli elettori, i quali hanno dimezzato il numero di voti e di relativi seggi, 24, ottenuti nel 2010. La rottura del patto con Wielders apre dunque la strada a un gabinetto che possa sorreggersi non solo grazie ai sostegno dei laburisti, ma anche con l’apporto di forze minori come Democratici o D66 – consensi intorno al 9% per entrambi -. Una geografia di alleanze, che disegna una maggioranza pro-euro mai verificatasi prima d’oggi. Del resto, più volte Rutte ha affermato come sia ineluttabile perseguire il disegno europeo, di Angela Merkel e delle istituzioni comunitarie. Da qui, il sostegno del paese a tutte le misure fin qui adottate, a difesa della moneta unica e dei paesi in difficoltà. In questo senso, il laburista Samson potrebbe considerare l’europeismo “spinto” la sua arma vincente in campagna elettorale. Egli, infatti, è divenuto molto popolare grazie a una battaglia condotta anche a livello mediatico, a difesa degli aiuti economici alla Grecia e alla Spagna. Posizioni antitetiche rispetto a quelle dell’ex alleato di Rutte, Geert Wielders, che col suo Partito della Libertà propugnava – e continuerà di certo a farlo dall’opposizione – soluzioni a dir poco euroscettiche, come l’uscita dalla moneta unica, il “non gettare al vento” soldi per i paesi in difficoltà e la cacciata degli islamici.
Ancora non è chiaro cosa sarà dell’Olanda tollerante sull’uso e sulla vendita di droghe leggere. Probabilmente la venuta meno nella maggioranza di Wielders e dei suoi, contribuirà ad affievolire un disegno proibizionista che in molte province olandesi è già in atto. Qualora la norma sul wiet-pass non dovesse essere modificata, dal primo gennaio 2013 anche Amsterdam sarà off limits per tutti i turisti o i non residenti, interessati a fruire dei prodotti in vendita nei numerosi coffee-shop cittadini. L’assenza dei socialisti dai giochi di potere – come già alle scorse elezioni del 2010, con un numero di consensi analogo a quello odierno – potrebbe essere parzialmente coperta dalle altre forze di centro-sinistra – anche se più tiepide sul tema – presenti nell’alleanza con Rutte nel tentativo di ottenere quanto meno delle modifiche alla stretta sui coffee-shop. Un risultato concreto e a portata di mano potrebbe essere quello di assegnare la facoltà di scegliere se adottare o meno il wiet-pass, in capo ai sindaci, come pure previsto nella prima parte del dispositivo che durerà fino al prossimo 31 dicembre per poi sfociare in un divieto d’accesso ai coffee-shop obbligatorio per tutti i non residenti.
di Fabrizio Ferrante
Fonte: Epressonline.net