Indignarsi per l’atteggiamento che lo Stato italiano ha nei confronti di chi conduce stili di vita alternativi che non ledono nessuno, e che addirittura in certi casi sono di aiuto ad altri, è il minimo che si possa fare. Se devo usare il termine indignato per descrivere cosa ho provato leggendo la notizia dell’arresto di Fabio Santacroce, è quello che farò… ma sicuramente non è un termine sufficientemente descrittivo del mio stato d’animo.
Fabio Santacroce, conosciuto anche come Wify Strain Hunter, è nato a Brig (Valais) in Svizzera negli anni 70. Nel 1995 si trasferisce in Inghilterra e poi in Olanda, dove impara lingue e culture diverse. Nel 1996 rientra in Italia urgentemente per la morte prematura del padre (noto costruttore metalmeccanico: in Svizzera ha collaborato alla costruzione del palazzo dell’ONU). Dopo 2 anni torna all’estero per continuare gli studi e le ricerche in campo scientifico e farmaceutico specifico nel settore della Cannabis Terapeutica. Lavora alla creazione di un farmaco naturale oggi molto noto, il Sativex (a base di THC e CBD estratto dalle migliori genetiche di cannabis) e prodotto dalla GW Pharma. Lavora anche in Svizzera, per 3 anni, presso 2 aziende private e con regolari permessi farmaceutici per la produzione di cannabis indica e sativa ad uso medico/terapeutico. Qui conosce, lavora e condivide nozioni scientifiche specifiche con personaggi come Howard Marks, Scott Blakey, Felix Kautz, Arjan Roskam, Bernard Rappaz, Rick Simpson.
In quegli anni perde due zie. Dopo queste morti in famiglia, i nonni entrano in un tunnel di disperazione per aver perso due figlie e per il dolore della vedovanza della terza e si ammalano gravemente anche loro.
Fabio decide allora di curare ciò che rimaneva della sua famiglia sfruttando tutte le conoscenze e le capacità acquisite in anni di esperienze. I medici a cui si rivolge non conoscono quelle tecniche ed i farmaci derivati dalla Cannabis. Così Fabio decide di creare un laboratorio di ricerca nella sua piccola baita, meticoloso in tutto e per tutto, si procura ogni genetica di cannabis medica possibile. Lo scopo di Fabio è creare “l’olio di cannabis terapeutica”, ricco di oltre 66 cannabinoidi che attraverso gli endocannabinoidi presenti in ogni essere umano avrebbero giovato in modo mirato e scientificamente provato ai mali dei nonni.
Ma una visita dei carabinieri lo porta in carcere: dopo 4 giorni, ottiene gli arresti domiciliari, in attesa di giudizio. Fabio però non demorde, e continua le sue ricerche fino allo scorso agosto, mese in cui viene nuovamente scoperto a coltivare piante di canapa e per questo arrestato nuovamente. Fabio non ha leso nessuno, anzi ha cercato di essere d’aiuto a chi ne aveva bisogno. Fabio non è uno spacciatore ma un ricercatore.
E’ possibile scrivergli inviando una lettera a:
Fabio Santacroce – Presso Casa Circondariale – Via G. Castelli n°8, 28922 Verbania
…sicuramente gli sarà di aiuto sapere che siamo in molti ad essersi “indignati” per la sua storia.
Giuseppe Nicosia