Non ho capito tutto di quello che mi hai scritto neh!
Sicuramente cambia il mio atteggiamento (colpevole o innocente) rispetto a chi mi dice cosa.
Faccio un esempio.
Arriva l'amico Richard a dirmi "No no, la cannabis è il male, sei un drogato della peggior specie, è illegale" e via delirando.
Se mi ha preso in buona magari spendo due parole per spiegare, cercare di far capire sebbene sappia che la cosa spesso è solo una perdita di tempo, in generale poi non ho le phisique du role del professore paziente e per chi parte in quinta con quel genere di considerazioni, non ritengo di dover sprecare tempo;
altrimenti e più facilmente, al mio amico Richard, spiegherei con poche e precise parole quale brillanti funzioni alternative può svolgere il suo deretano. Più facile questa.
C'è da dire che con un adulto non mi è mai capitata una reazione del genere e mai con un amico visto che di solito me li scelgo della mia "razza", d'altronde mi pregio di essere comunque un discreto rabdomante di cretini e se posso li evito.
Caspita! con i figli è ovvio che sia diverso tutto, pure per una birra e anche per una birra puoi capitare di doverti giustificare agli occhi di tuo figlio, come pure per un caffè o le gocciole (soprattutto quando le hai finite), proprio perché sei il padre, un modello, che ti piaccia o no.
Riassumendo: se me lo vieni a dire tu che sono un drogato, puppa! Il mio primo pensiero è "Oddio un cretino, alla larga"; me lo dice mio figlio 14enne, non me la sbroglio facilmente. Vorrei che la differenza fosse ben chiara.