Sono d'accordo, infatti le domande che mi sono posto non erano retoriche (anche se potevano sembrarlo); il processo di formazione e accettazione di un'etica sociale comune passa anche attraverso valutazioni di questo tipo.
Per un greco antico risolvere questi dilemmi sarebbe stato molto più semplice poichè il benessere collettivo della polis veniva prima di ogni cosa (basta ricordare la morte di Socrate: "è meglio subire ingiustizia piuttosto che farla") mentre la nostra cultura occidentale è impregnata dal concetto giudaico-cristiano di individualismo, che tende ad antepone i diritti e le libertà personali a quelle collettive (sia nelle forme liberali che in quelle anarchiche).
Personalmente penso che l'applicazione del modello democratico su vasta scala (ben oltre le dimensioni di una città-stato) nel tempo abbia mostrato i propri limiti manifestandosi come dittatura della maggioranza, e rendendo di fatto necessarie forme di disobbedienza -civile e non- per contrastare le leggi oppressive non accettate da tutti i membri della comunità.
Adesso mi fumo l'ultimo bong, vado a letto e ci rifletto un po'...



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