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Discussione: novità giurisprudenziali

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  1. #11
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    Temo che politica e giurisprudenza, in un'ottica che affronta il tema della cannabis, solo sotto il profilo della punizione e criminalizzazione di condotte che, probabilmente - senza la lente del pregiudizio ideologico -, non costituirebbero alcun tipo di illecito (ne' penale, ne' amministrativo), abbiano perso di vista il problema sociale della lotta al dolore.
    Soffermandosi, infatti, solo sull'indirizzo, impropriamente definito come ludico (quasi che chi usa marijuana od hashish lo faccia esclusivamente per divertirsi) ci si è - volutamente - dimenticato di approfondire la questione della tutela di coloro che detengano o coltivino per potere costituire una piccola scorta di carattere medicamentoso, siccome colpiti da gravi e disparate patologie.
    Considerato che l'accesso dei malati ai farmaci a base di cannabis (e soprattutto ad esempio al Bedocan- cannabis flos) appare sempre più difficile per i costi elevati di queste medicine, e per la indisponibilità del SSN - assai rigoroso quando non di tratti di scialare - la soluzione ottimale deve essere concepita nel senso di aprire forme di procedere alla sperimentazione di coltivazione destinata ad uso personale.
    Credo che simili iniziative permetterebbero di sottrarre risorse finanziarie al mercato illecito, di evitare la commistione di tante persone per bene con gli ambienti criminali dello spaccio organizzato, perseguendo uno degli scopi fondamentali del DPR 309/90 e cioè quello di evitare la immissione ex novo, la diffusione e la proliferazione della presenza di sostanze droganti sul mercato.
    E' evidente che questa serie di argomenti potrebbe costituire un denominatore comune sia per la ipotesi della coltivazione ad uso privato non terapeutico che ad uso privato terapeutico.
    Nell'attesa che chi sarà discutendo in Parlamento di questi temi capisca che non è' accettabile un approccio superficiale e fortemente disinformato (come ho dovuto purtroppo constatare da parte ci numerosi parlamentari) forse sarà opportuno pensare ad una serie di azioni civili, in special modo, a tutela dei malati.
    Le regioni, inoltre, alla luce delle modifiche introdotte dalla sentenza 32 della Consulta, dovranno rivedere taluni passaggi dei loro resti,giacché il riferimento al tabella II B (introdotta quale allegato dall'abrogato art. 4 vicies ter DL 272/2005) non è più fondato e vs modificato alla luce del DL 36/2014 e delle tabelle reintrodotte.
    Consegue ed e' consigliabile, comunque, a mio avviso, in attesa di un futuro chiarimento legislativo, la esperibilita' di ricorsi ex art. 700 CPC dinanzi al giudice del lavoro, per ottenere un'ingiunzione a carico dell'AUSL di competenza.
    Sto valutando, infatti, sia l'opzione di ricorsi individuali, che di un eventuale class-action, anche se ritengo che le specifiche peculiarità di ogni malattia, risultino di ostacolo all'azione di carattere comune.
    Ritengo, infatti, che la tutela della salute propria dell'art. 32 Cost. non possa essere messa da parte.
    Ultima modifica di Avv. Zaina; 16-04-14 alle 22:10

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