Grazie @ecko per questo bel input sul progetto di Alcatraz, stanno creando davvero una realtà alternativa sempre più bella in quei posti e i posti sono veramente belli e anche strategici, sia come locazione geografica e sia per la vicinanza stessa di Alcatraz, che consentirebbe delle preziose possibilità di sinergie e collaborazioni. La prima cosa che ho pensato dopo aver letto il progetto dell'Ecovillaggio Solare è che sarebbe un'occasione da non lasciarsi sfuggire, avendo già i soldi e la volontà di vivere in un ecovillaggio.
Sono stato ad Alcatraz la prima volta una trentina di anni fa, negli anni '80, ci ho portato anche i miei amici di allora, avevano pure dei simpatici cavalli. Li stimavo e vicino Alcatraz era anche uno dei posti dove stavo pensato di andare a vivere con degli amici, prima di finire qui dove sono, 24 anni fa.
Per come ho conosciuto la realtà di Alcatraz e per come li ho seguiti nel loro sviluppo nel tempo mi sento di ammirarli per come stanno coltivando e diffondendo i germogli di un modello di sviluppo alternativo della nostra civiltà, che a me, e credo a molti di noi, sembra uno dei migliori possibili per il futuro del pianeta e dell'umanità.
Secondo me, avendo i soldi necessari, anche collaborare con loro prendendo una delle case disponibili (quella con la torre e 6 appartamenti interni, Casa Capuzzola, sembrerebbe proprio un sogno!) potrebbe essere molto favorevole.

Per quanto riguarda il fatto di conoscersi personalmente prima andare a vivere in un ecovillaggio, anche se concordo che non sia fondamentale, io lo ritengo più saggio perché, per le esperienze che ho avuto io di vita comunitaria, secondo me diminuirebbe di molto il rischio di possibili incomprensioni, litigi, rancori, dispetti e vendette che avvelenerebbero inevitabilmente l'atmosfera di tutti, potrebbero rovinare la qualità della vita e indurre parecchi a una delusione tale da sognare una vita da eremiti... come qualcuno che conosco...
La penso così perché mi è successo, ripetutamente, anche con persone amiche che conoscevo già da prima. E non solo a me, ma a quasi tutti quelli che eravamo. Probabilmente siamo stati anche particolarmente sfigati, o non abbiamo saputo o potuto relazionarci meglio, e mi rendo anche conto che la mia esperienza personale mi crea un punto di vista particolare, forse un po' troppo prudente, se non addirittura troppo pessimista e diffidente.
E' vero che avere ognuno la propria abitazione e un pezzo di terreno in un ecovillaggio darebbe un buon margine di tolleranza con gli altri, maggiore che in una comunità dove fosse tutto condiviso.
Io ho passato complessivamente diversi anni della mia vita in diverse situazioni di vita comunitaria, di diverso tipo, dai terremotati in Friuli ai villaggi sperduti nell'Himalaya, dal villaggio-condominio in riva al mare alla detenzione in un carcere, dall'ashram himalayano a una comunità in un castello, da un gruppo di trulli in Valle d'Itria sparsi nel raggio di pochi chilometri a qualche casetta in una vallata degli Appennini, anche ognuno con la sua abitazione, addirittura a qualche chilometro di distanza, ma sempre c'è stato uno str...o o una str...a o qualcuno fuori di testa o tutti e tre insieme a rovinare tutto a tutti.
Poi, quando tra le persone succedono certe brutte cose, anche se si abita a qualche chilometro di distanza non è facile lasciare certe atmosfere negative fuori di casa, fuori dal cuore e fuori dalla mente. Perlomeno, per me da giovane non era facile, per altri magari è molto più semplice, poi ho pure imparato a farlo, ma gli altri si sono scontrati tra di loro, la situazione è degenerata e alla fine quel poco di comunitario che era rimasto è sparito e se ne sono andati quasi tutti, dopo averci messo tutte le loro risorse e il loro tempo.
A me la vita ha insegnato in questo modo e, visto che bluedigit mi aveva menzionato come possibile consulente di vita isolata, l'opinione personale che posso condividere col forum è questa, che la difficoltà più grossa in un'esperienza di vita comunitaria, oltre a trovare i soldi, sia di mettere insieme le persone giuste e che sarebbe più saggio conoscersi abbastanza bene prima, per avere maggiori possibilità di successo, e potrebbe anche non bastare. Lavorare insieme è un ottimo modo veloce di conoscersi.
Però vi prego di considerare questa mia opinione solo come frutto di un'esperienza personale piuttosto sfigata, perché non vorrei mai rovinare l'ottimismo e l'entusiasmo iniziale per un esperienza di tipo comunitario come un ecovillaggio, anzi, penso che il giusto entusiasmo dia una marcia in più nel realizzare i progetti.
Tra l'altro ci sono enjointers che già si conoscono, che abitano nella stessa zona, che si sono incontrati, hanno fatto già delle cose insieme e sono già buoni amici, si divertono a stare insieme e farebbero volentieri una vita alternativa insieme.
Ecco, un gruppo così, secondo me, avrebbe minori difficoltà, maggiore solidarietà e migliori probabilità di successo, qualunque cosa decidano di fare insieme.

Conoscersi prima sarebbe auspicabile anche per capire meglio come si potrebbero organizzare i lavori per guadagnare i soldi necessari a vivere nel villaggio, se ognuno ha già una sua indipendenza economica o se sviluppare dei progetti di lavoro in comune, agricoli, artigianali, turistici, magari anche collaborando con delle realtà alternative vicine, come nel caso dell'Ecovillaggio Solare vicino Alcatraz. Come sappiamo, l'unione fa la forza.
Se si va in una zona molto isolata, non è semplice guadagnare, soprattutto d'inverno, quando si può anche restare isolati dalla neve, bisogna tenerne conto e organizzarsi bene.
Questa del lavoro e di come guadagnare soldi è veramente la prima cosa sulla quale discutere e organizzarsi, a meno che ognuno non abbia già i soldi e un proprio lavoro, o progetto di lavoro, che possa svolgere abitando nel villaggio.

Per me gli ecovillaggi sono una delle cose migliori che riesco ad immaginare per il futuro del pianeta e della società umana.
Ormai sono più di trent'anni che cerco le persone giuste per fare un ecovillaggio, ci ho pure provato diverse volte in diversi posti, con gli amici di allora, è sempre andata così male da far passare la voglia e la fiducia negli esseri umani e voler diventare eremiti, però non posso cancellare la mia consapevolezza che gli ecovillaggi siano una delle cose migliori che possiamo fare nella nostra vita, per noi, per il pianeta, per le generazioni future.
Avendo i soldi per un acquisto iniziale bisognerebbe provarci, con le persone giuste, e cogliere le occasioni giuste. Ed è quello che mi auguro di cuore per gli enjointers che fossero interessati. E di combinarsi bene e di riuscirci, naturalmente.