SPORT COME STRUMENTO DEL CAMBIAMENTO SOCIALE
Continuiamo nella medesima direzione parlando di sport. Negli Stati Uniti gli sport dovevano subire cambiamenti, in parte come metodo per attenuare il nazionalismo. Il calcio, in quanto sport diffuso a livello mondiale, doveva essere enfatizzato e promosso negli USA, territorio in cui, aspetto interessante, all’epoca era virtualmente sconosciuto. A suo tempo avevo alcuni amici che frequentavano una scuola elementare diversa dalla mia, in cui giocavano a calcio e costituivano una vera novità; stiamo parlando degli anni Cinquanta. Quindi sentir parlare questo tizio di calcio in quest’area era sorprendente. Ad ogni modo, il calcio è considerato uno sport di livello internazionale e verrebbe promosso, mentre lo sport statunitense tradizionale, il baseball, verrebbe minimizzato e forse eliminato in quanto potenzialmente considerato troppo americano. Day discusse di tale eventualità. La prima reazione di qualcuno sarebbe - be’, si pagano poco i giocatori e questi non intendono giocare per un compenso scarso, quindi abbandonano il baseball e si dedicano ad altri sport o altre attività. Tuttavia Day disse che in realtà la cosa non funziona così. Di fatto, il modo per affossare il baseball sarebbe quello di aumentare moltissimo gli ingaggi, secondo il concetto in base al quale in concomitanza con compensi assurdamente elevati si manifesterebbe un certo malcontento e antagonismo da parte della gente risentita verso atleti pagati così tanto, mentre gli atleti inizierebbero a prendersela con sé stessi per i compensi degli altri giocatori e tenderebbero ad abbandonare lo sport. Gli elevati ingaggi potrebbero altresì ledere i proprietari e alienare le simpatie dei tifosi, i quali quindi sosterrebbero il calcio e i campi da baseball potrebbero essere utilizzati come campi da calcio. Non si descrisse tale processo come ineluttabile, ma se l’atmosfera internazionale non fosse cambiata abbastanza rapidamente la cosa era fattibile.
Vi furono commenti analoghi in merito al football, per quanto mi sembra di ricordare l’affermazione di Day secondo cui smantellare il football sarebbe risultato più arduo, in quanto sport praticato nei college e nei campionati professionisti, quindi più difficile da affossare. Vi fu qualche accenno anche alla violenza che nel football soddisfaceva un bisogno psicologico percepito, e la gente ha bisogno di violenza delegata; quindi, per tale ragione, il football sarebbe forse sopravvissuto per soddisfare suddetta esigenza. Altrettanto vale per l’hockey, sport dai connotati più internazionali cui si sarebbe dato rilievo. Si prefigurava una certa concorrenza internazionale fra hockey e, in particolare, calcio; all’epoca la dimensione internazionale dell’hockey riguardava Stati Uniti e Canada. Rimasi sorpreso poiché pensai che l’oratore non mi colpì come appassionato di hockey, quale io sono; infatti non lo era, conosceva appena il gioco e cosa esso avrebbe apportato al cambiamento del programma sportivo in questione. In ogni caso la chiave di volta era il calcio, in quanto sport mondiale già praticato in Sud America, Europa e parti dell’Asia, e gli Stati Uniti avrebbero dovuto seguire la moda. Tutto questo favorirebbe la competizione internazionale in modo da farci diventare tutti cittadini del mondo ancor più che cittadini delle rispettive limitate nazioni.
Si parlò di caccia, il che non sorprende. La caccia richiede armi e in questi piani il controllo delle armi è un elemento di grande importanza. Non ricordo granché i particolari, tuttavia il concetto è che il possesso di armi è un privilegio e non tutti dovrebbero possederne. La caccia è un pretesto inadeguato per il possesso di armi, che dovrebbe essere limitato a tutti quanti. Invece di possedere armi proprie, i pochi privilegiati autorizzati a praticare la caccia potrebbero magari affittarle o prenderle a prestito presso sedi ufficiali. In fin dei conti, secondo quanto espresso, non tutti hanno bisogno di un’arma. In ambito sportivo grande importanza rivestivano gli sport femminili, destinati a sostituire le bambole, che sarebbero ancora disponibili, in quantità limitata e non in grande varietà. Le bambole non andrebbero promosse in quanto le ragazze non dovrebbero pensare a bambini e riproduzione, bensì stare all’aperto negli impianti sportivi come i ragazzi. In realtà ragazzi e ragazze non devono essere poi così diversi. I servizi da tè avrebbero fatto la fine delle bambole e tutte le cose tradizionalmente ritenute appannaggio delle femmine verrebbero sminuite man mano che le ragazze si dedicano ad attività più maschili. Ricordo altresì che le cronache sportive, assieme a quelli delle squadre maschili, avrebbero ospitato i punteggi delle squadre femminili, come a distanza di vent’anni si è iniziato a vedere nei giornali locali. Quindi tutto questo è destinato a modificare il modello del ruolo cui le ragazze dovrebbero ambire; mentre cresce, una ragazza dovrebbe ambire a diventare un’atleta piuttosto che una futura madre.
SESSO E VIOLENZA INCULCATI TRAMITE SPETTACOLI DI INTRATTENIMENTO
Intrattenimento. I film verranno resi gradualmente più espliciti quanto a sesso e linguaggio. In fin dei conti sesso e turpiloquio sono reali, quindi per quale motivo fingere che non lo siano? In televisione e al cinema proietteranno film pornografici. All’epoca non erano diffusi videoregistratori, ma Day indicò che le videocassette sarebbero state disponibili, così come videoregistratori domestici e film pornografici, da vedere presso il cinema locale o in televisione. Day disse qualcosa tipo: “nei film vedrete gente fare tutto quello che riuscite a immaginare”, aggiungendo che tutto questo ha lo scopo di far uscire allo scoperto il sesso; altra locuzione utilizzata in svariate occasioni - “sesso allo scoperto”. La violenza era destinata a diventare più vivida, con lo scopo di desensibilizzare la gente a essa. Si poteva preconizzare un periodo in cui la gente sarebbe stata testimone di atti di violenza reale e vi avrebbe preso parte. In seguito diverrà chiaro dove si va a parare. Quindi nell’intrattenimento ci sarebbe più violenza realistica, il che renderebbe più agevole per le persone abituarvisi. L’atteggiamento delle persone verso la morte cambierebbe; non la paventerebbero più così tanto, anzi la accetterebbero in misura maggiore e non sarebbero così atterrite alla vista di morti o feriti. Non ci serve una popolazione leziosa, paralizzata da quel che potrebbe vedere. La gente imparerebbe a dire, be’, non voglio che accada a me. Questa fu la prima dichiarazione indicante che il piano prevede numerose vittime umane, che i sopravvissuti vedrebbero. Questo particolare aspetto dell’esposizione mi ritornò bruscamente alla memoria alcuni anni dopo, quando uscì un film su Lone Ranger e portai mio figlio, molto piccolo, a vederlo. Già all’inizio vi erano alcune scene assai violente. Una delle vittime veniva colpita alla fronte, quando il proiettile penetrò vi fu una specie di spiaccichio corredato da sangue, quindi ricordo di essermi pentito di aver portato mio figlio e di aver provato rabbia verso il Dr. Day. Non che avesse realizzato lui il film, ma accettava di far parte di questo movimento; rimasi disgustato dal film, che fece riaffiorare distintamente nella mia memoria quell’aspetto della conferenza.
Per quanto concerne la musica, Day fece una dichiarazione alquanto schietta: la musica peggiorerà. Nel 1969 la musica rock stava diventando via via più sgradevole. Interessante il modo in cui espresse il concetto, “peggiorerà”, riconoscendo che era già brutta. I testi avrebbero assunto connotati esplicitamente più sessuali. Non si sarebbe più pubblicizzata melliflua musica romantica come quella composta prima di quel periodo. Tutta la vecchia musica sarebbe stata relegata a determinate emittenti radiofoniche e dischi destinati all’ascolto degli anziani, i quali avrebbero avuto a disposizione le proprie emittenti radiofoniche da seguire, come peraltro i giovani. Day sembrava suggerire che un gruppo non avrebbe ascoltato la musica dell’altro. Le persone più mature avrebbero rifiutato di ascoltare la spazzatura spacciata ai giovani, i quali a loro volta la avrebbero accettata poiché li identificava come generazione e li aiutava a sentirsi diversi e separati dalla generazione più vecchia. All’epoca ricordo di aver pensato che la cosa non sarebbe durata a lungo perché anche i giovani non avrebbero apprezzato la spazzatura; avendo l’opportunità di ascoltare la più gradevole musica precedente si sarebbero rivolti a essa.
Malauguratamente mi sbagliavo sul fatto che quando i ragazzi attraversano l’adolescenza ed entrano nel terzo decennio di vita alcuni fra loro affinano il proprio gusto musicale, invece purtroppo Day aveva ragione; si abituano alla spazzatura ed è tutto ciò che vogliono. Molti di loro non riescono a sopportare musica davvero valida. Day proseguì affermando che la musica avrebbe convogliato un messaggio destinato ai giovani e nessuno se ne sarebbe accorto, ritenendola solo di musica fracassona. All’epoca non compresi quel che intendeva, ma in retrospettiva ritengo che ora conosciamo quali messaggi sono contenuti nella musica destinata ai giovani.
E, ancora una volta, aveva ragione. Questo aspetto venne compendiato con il concetto secondo cui l’intrattenimento sarebbe stato uno strumento per influenzare i giovani, privo di effetto sui vecchi, già consolidati nelle proprie abitudini; i cambiamenti verrebbero indirizzati verso i giovani nel mezzo della loro formazione, mentre la generazione più vecchia verrebbe trascurata; non solo non la si potrebbe cambiare, ma riveste comunque un’importanza relativa. Una volta esaurite le vite dei più vecchi, sarebbe la generazione più giovane in fase di formazione a essere importante per il ventunesimo secolo. Day indicò anche tutti i vecchi film che sarebbero stati riportati alla ribalta e ricordo che la mia memoria ne passò rapidamente in rassegna un certo numero; mi chiesi se sarebbero stati inclusi quelli che avrei gradito rivedere. Oltre a vecchi film e vecchia musica, agli anziani sarebbero stati riservati altri privilegi: trasporto gratuito, acquisti d’occasione, sconti, agevolazioni fiscali - una serie di privilegi dovuti all’età avanzata. Tale prassi venne definita come una sorta di ricompensa per la generazione cresciuta attraverso la depressione e sopravvissuta ai rigori della Seconda Guerra Mondiale. Se la erano meritata e sarebbero stati ricompensati con tutti questi benefici, mentre la riproposizione di vecchi film e vecchia musica avrebbe contribuito ad alleviare nel comfort i loro ultimi anni. Quindi il discorso iniziò a diventare alquanto sinistro, poiché una volta passata quella generazione, alla fine degli anni Ottanta e all’inizio dei Novanta, in cui ci troviamo ora, la maggior parte di quel gruppo sarebbe scomparsa e quindi le cose si sarebbero irrigidite gradualmente, in modo sempre più rapido, in concomitanza con il ritiro di vecchi film, vecchia musica e intrattenimento più garbato.
LIMITAZIONI DEI VIAGGI E DOCUMENTI DI IDENTITÀ IMPIANTATI
I viaggi, invece di essere agevolati per gli anziani, verrebbero assai limitati. Per viaggiare le persone dovrebbero avere un permesso e una buona ragione, senza la quale non sarebbe consentito spostarsi; ognuno dovrebbe avere un documento d’identità. Inizialmente sarebbe una carta d’identità da portare al seguito e da esibire su richiesta. Si era già stabilito che in una fase successiva sarebbe stato elaborato un congegno da impiantare sotto la cute, codificato appositamente per identificare l’individuo, il che eliminerebbe la possibilità di documenti identificativi falsificati nonché l’eventualità che qualcuno sostenga di averli smarriti. La difficoltà di questi impianti ID sottocutanei concerneva l’ottenimento di qualche materiale transcutaneo o sottocutaneo che non provocasse reazioni allergiche risultanti in rigetto o infezioni e su cui fosse possibile registrare e recuperare informazioni tramite uno scanner. Si accennò al silicio, che all’epoca si riteneva fosse ben tollerato; si utilizzava per aumentare le dimensioni del seno, le donne che ritenevano di avere un seno troppo piccolo si sottoponevano a impianti al silicone [composto del silicio],prassi che immagino sia tuttora in auge. Ad ogni modo, all’epoca il silicio era considerato il materiale promettente per ambedue gli scopi: rimanere nel corpo senza rigetto e riuscire ad archiviare informazioni recuperabili tramite congegni elettronici.



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