Scusatemi se faccio un intervento un pò offtopic ma neanche troppo, perchè enjoint e legalizzazione sono strettamente legati e penso che anche il gruppo di telegram sia indirizzato ad apportare sempre più gente e quindi arrivare prima alla tanto amata legalizzazione. Però ultimamente sento sempre più spesso parlare di "legalizzazione a tutti i costi" "prima legalizziamo, poi pensiamo ai problemi" ecc. Ecco vorrei porre un attimo l'attenzione sulla legalizzazione USA che anch'essa viene sempre presa d'esempio per la nostra situazione ma gli stessi americani chiamano "finta legalizzazione". Vorrei far notare a tutti che gli americani adesso si stanno battendo per una Re-Legalizzazione, perchè la prop. 64 ha portato solo guadagni allo stato e alle grandi imprese capitalistiche, e problemi ai piccoli coltivatori perchè non riescono a stare a galla per l'enorme peso delle tasse. Anche a livello di coltivazione personale, chi la usa per motivi terapeutici, in alcuni stati, si è trovato con limiti sul numero di piante che non soddisfano il loro fabbisogno annuale, per cui si ritrovano o ad infrangere la legge (sforando il numero ed in quel caso si è punto a capo) oppure sono comunque costretti a fornirsi da altre parti.
Ora sembra che tornare indietro sia sempre più difficile, sono già anni che provano ma non stanno riuscendo. Quindi pensiamo bene a cosa e come lo chiediamo.
Questo per dire che siccome conosciamo bene come si muovono i nostri politici, secondo me non è una buona idea volere la legalizzazione a tutti i costi, perchè ce ne potremmo pentire. Potrebbero mettere un bel monopolio sulla produzione e a noi lasciarci quella misera piantina coltivata con mezzi rudimentali. E' qualcosa, è vero, però potrebbe anche essere qualcosa che va contro i nostri interessi, ovvero la libertà di piantarci le nostre piantine.
Su questo ad esempio non concordo affatto. Potrebbe essere un passo si ma, per molte terapie, una piantina da 50 o 75g (con metodi rudimentali) ogni 3 mesi se va bene (perchè ovviamente non si può fare ciclo continuo altrimenti si sfora il numero piante) non sarebbe sufficiente per la terapia. Per cui, ancora, si ritroverebbero o a sfidare la legge mettendo più piante, e le pene potrebbero diventare più severe, oppure continuare a rifornirsi nel mercato nero, con i rischi che conosciamo.
Questo per dire che: legalizzazione? Certo! Però impariamo anche dagli errori degli altri e vediamo di non ripeterli. La storia serve a questo.
Sulla campagna di disobbedienza ancora non ho un'idea precisa sui benefici e/o problemi che possa portare, per cui ancora non mi esprimo se non con quello che ho detto: spingiamo per la legalizzazione si, ma teniamo sempre a mente quello che vogliamo. Altrimenti rischiamo, come in america, di far decidere le cose a quelli che fino adesso ci hanno messo in prigione per questo e sappiamo bene di chi faranno gli interessi, non certo noi. Riflettiamoci