Anche io sono affascinato mi piace dipingere e' conosco lo stato di meditazione a cui arrivo, perdo la percezione del tempo e dello spazio, non sento la fatica, sono in pace...credo che tutti possano arrivare a questo stato volendo.
Comunque riquardo al vuoto "relativo" del buddismo assomiglia molto ad una decostruzione dell'ego, dell'identita' che gli idealisti chiamavano oggettiva. Essi ricercavano la ragione che non fosse quella dualista, o empirica. Schopenhouer la chiama il mondo come volonta', uno stato in cui si predilige l'a priori soggettivo. Dunque se ho ragione io cio' potrebbe portare a problemi in caso di patologie come narcisismo e depressione, in quanto nel primo caso potrebbe sopraggiungere paura alla sensazione di diminuzione dell'ego, e nel caso di depressione in cui ci si apprezza poco, abbracciare la totalita' con troppo entusiasmo.
Il buddismo non offre una fuga dalla realta', e' la realta' stessa. Correggimi se sbaglio.



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