Per la precisione io mi riferisco agli "enteogeni" e credo che mai come in questo caso un'idea te la puoi fare solo facendone esperienza.
Io non so se tu abbia studiato filosofia ma credo e temo (scherzo) di si... beh, l'esperienza con gli enteogeni restituisce tutta la limitatezza dell'approccio intellettuale all'esistenza ("Troppo intelletto in me" ripetevo): insomma, l'approccio intellettuale è fatto di calcolo, di speculazione e di descrizione della realtà.... l'esperienza mistica è invece l'esperienza diretta della realtà, senza sovrastrutture, è la divina primordiale purezza: qualcosa di molto simile allo sguardo dei bambini, vedi quest' innocenza in tutto e comunque provi infinita gratitudine e amore e compassione per chiunque, per ogni cosa.
Il cosiddetto "brutto viaggio" porta con sé lo stesso messaggio dell' ansia...non un nemico da scacciare, ma un messaggio nascosto da capire: che cosa ci fa star male? Che cosa ci impedisce del nostro carattere di raggiungere quello stato di grazia?
Tolte certe zavorre mentali, si scopre che quello che ci aspetta è l'estasi....la comunione più completa, in armonia col tutto...la Gioia.
A leggere il Bardo Thodol, il Libro Tibetano dei Morti, si evince come la più grande esperienza psichedelica sia proprio l'evento della morte, per questo bisognerebbe arrivare a quel momento in uno stato di profonda pace mentale e serenità perché anche questo determinerà il viaggio nel Bardo e le rinascite successive.
La lezione è che bisogna imparare a morire, insomma, e per imparare a morire bisogna imparare a vivere.