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Discussione: 15 ottobre, giornata dell’indignazione europea

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  1. #1
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    Divide et Impera disse qualcuno...e qualcun altro DIFFONDERE PAURA COME FORMA DI CONTROLLO... ed è quello che stanno facendo in modo che loro possano stare comodi!

    Io sono di questa idea:

    La polizia è incazzata per i tagli e come si è letto in vari forum dal dopo Genova iniziano a non volerci più rimettere il culo e se la prendono con lo stato, la gente è incazzata e se la prende con il governo....

    Con questo casino dei Black Block le persone "normali" iniziano ad avere "paura che gli brucino la panda" e allora si riavvicina allo stato e alle forze dell'ordine per bisogno di sicurezza, lo stato per dare questa sicurezza rispolvera leggi (come la legge Reale) così fa contenta anche la Polizia perchè gli da più potere per sfogare il loro malumore e la gente approva appunto perchè ha paura... e il governo felicemente ottiene che:

    1) Fa passare in sordina la vera protesta degli indignados visto che la notizia diventano i disordini
    2)fa leggi fasciste per la sicurezza dando modo alla polizia di sfogare un pò le loro repressioni e potendo limitare preventivamente le libertà di "gruppi scomodi"
    3)limita le libertà di piazza sia con leggi che con il timore di scontri


    E fu così che magicamente il 15.10, data della protesta contro questo sistema, diventa il giorno a favore del governo.

    Mi vien da vomitare!!!
    "Se per vivere devi strisciare, alzati e muori."

  2. #2
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  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da ecko Visualizza Messaggio
    Grande!!! pazzesco nelle foto ci son pure due ragazzi che conosco della mia città:D

  4. #4
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    Sulla pagina facebook di Antifascismo Militante (http://www.facebook.com/Antifascismo.Militante.Italiano) è stata pubblicata alcuni giorni fa una lettera degli esponenti di quelli che si definiscono black bloc o blocco nero. La riporto di seguito. Offre interessanti spunti di riflessione secondo me...

    Bene. Si è concluso questo weekend dove i giornalisti sentono ancora i postumi della sbronza, ubriaci ingordi pronti ad enfatizzare ogni singola goccia di rum concorrenti in una gara di fantasia. Rimane tanta amarezza tra tutti gli indignati, pacifici e non. Gli unici a festeggiare coloro che la violenza la vedono come un fine e non un mezzo.

    Non vogliamo prendere parola per descrivere il disagio che sicuramente gli indignati “pacifici” hanno subito, non rientrando tra questi, ma pretendiamo di prendere parola per il disagio che abbiamo e stiamo subendo noi, razza mista o bastarda che condivide ideali degli uni e mezzi degli altri.

    Mi spiace esplicitare le intenzioni di sabato rubando e restringendo lo spazio a disposizione della fantasia giornalistica ormai divenuta una disciplina candidata al premio Nobel, ma sentire cazzate al telegiornale mi ferisce, e mi ferisce ancor più vedere il popolo dissetarsi con lo stesso rum di cui hanno abusato i giornalisti.

    Sabato il corteo doveva dividersi in “via dei Fori imperiali”, lasciando agli antagonisti più decisi l’opportunità di provare ad arrivare al parlamento occupando la piazza antistante per poi dedicarla all’accampamento degli indignati “pacifici”.

    Ciò non è stato neanche provato per colpa di quei 15enni teppisti amanti della violenza per la violenza. Con ciò voglio delucidarvi, cari indignati, sul fatto che il fine è sempre stato considerato lo stesso, che siamo vostri compagni e non vostri nemici, che seppur non abbiamo bandiere abbiamo un’identità propria e una dignità personale, la quale sabato ci è stata tolta doppiamente: in primis dai decelebrati fautori del bordello; sucessivamente da voi che ci avete accomunato a loro.

    Voglio informare voi cari che chi ha bruciato macchine, spaccato vetrine, distrutto santini, non era tra quelli che il 3 luglio in Val di Susa hanno cercato di riappropriarsi del cantiere ne tra quelli che il 14 dicembre a Roma hanno cercato di arrivare al parlamento. E seppur ora siete dominati da odio, incomprensione e sfiducia, vi preghiamo di non generalizzare, di non chiederci “Cosa cazzo avete fatto?!” perchè non abbiamo fatto nulla che abbia mai potuto ledervi e da quelle vandale rappresaglie ci vogliamo dissociare.

    Invece si c’eravamo in piazza S.Giovanni, non per odio ne per sete di guerra, ma per semplice difesa di un punto d’arrivo.

    Non eravamo in 500, ma in 5.000. E saremo sempre di più contro un sistema che ha solo da togliere.

    Per voi invece, cari giornalisti, cara Digos e quant’altro, mi spiace dirvelo ma a differenza di quanto pensiate non eravamo organizzati per niente. Se solo lo fossimo stati non saremmo qui a parlare di macchine bruciate o di vetrine distrutte, ma di occupazione del parlamento, di sabotaggio della Banca d’Italia e di sovversione ad un sistema che rimane mafioso e corrotto.

    Per voi altri “pacifisti” che alla prima notizia di macchine bruciate avete accusato i nostri compagni presenti e indignati come voi, che come voi erano nel corteo vi dedichiamo un bel “vaffanculo”.

    Un “vaffanculo” per non sapere ma voler giudicare.
    Un “vaffanculo” perchè in Val di Susa ci incitavate a non demordere, ringraziandoci di essre venuti.
    Un “vaffanculo” perchè sabato quando ne avevate bisogno ci avete chieste aiuto, limoni e malox

    E infine per voi luridi teppisti 15enni che avete trasformato Roma in un teatro dove siete stati attori della vostra stessa rabbia repressa, a voi che avete rovinato una grande opportunità, vi diciamo “arrivederci”, “arrivederci” a presto. La prossima volta non ci saranno i Cobas, la CGIL o i viola a urlarvi “VIA, VIA, VIA!”, ma ci saremo noi, e non saremo cosi clementi.

    Si, siamo d’accordo con la sfasciatura simbolica delle banche;
    si, non neghiamo l’uso della violenza per fini più nobili;
    si, c’eravamo in piazza S.Giovanni;
    no, i carabinieri sulla camionetta non sono scesi da soli ma li abbiamo fatti scendere;
    no, seppur non cattolici non ci saremmo mai permessi di distruggere sampietrini offendendo credenze altrui.
    no, ci dissociamo dall’assalto alle macchine di precari come noi;
    no, non ci siamo mai permessi di rovinare cortei che non ci appartenessero.

    NON GENERALIZZATE!

    Cordialmente,

    Quello che chiamate “Blocco Nero”


  5. #5
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    Tratto da "il Manifesto" del 19 ottobre 2011 - di Carmelo Albanese, scrittore, filmaker. LA TESTIMONIANZA • E il black batte il cinque All’angolo di via Merulana compaiono di botto una trentina di ragazzi e ragazzini tutti neri e con i caschi in testa. Iniziano a rompere i vetri di una banca. Subito tutte le persone del corteo li prendono a male-parole. Ogni tanto qualcuno scappa. Puntualmente sostituito da qualche altro di loro. A un certo punto un pezzo del corteo viene alle mani con loro. Avevo un forte sentimento di disgusto per la piega che stavano prendendo gli eventi. Tra l’altro in modo repentino. Gli sfasciatori si sono sparsi nel corteo alla spicciolata. Quasi tutti infilandosi nuovamente al suo interno o andando verso San Giovanni. Tranne uno che, ancora con il casco in testa, si è avviato fuori del corteo. Verso S. Maria Maggiore. Cosa che ho fatto anch’io perché lo stupore di gioia iniziale tornava ad essere sostituito dalla voglia di tornarmene a casa. D’un tratto mi sono accorto che lo sfasciatore continuava a fare il mio stesso percorso. Era sull’altro lato del marciapiede. Abbiamo passato due cerchi concentrici di camionette prima di arrivare fuori dalla manifestazione. Io con i miei pensieri in testa. Lui invece sempre con il casco in testa. Dopo il primo livello mi sono detto, ma come è possibile che passa così tranquillo lo sbarramento della polizia con il casco? Tra l’altro dopo aver fatto la sua parte di sfasciatore e ancora vestito di tutto punto? Allora ho guardato con più attenzione. Arrivato al secondo livello di sbarramento si è tolto il casco. Aveva diciotto anni a stento. Il sorriso con cui lo hanno salutato tutti gli agenti del secondo livello di sbarramento era davvero grottesco. Poi ci è passato in mezzo, ha battuto il cinque con uno di loro ed ha confabulato per qualche minuto con uno dall’aria di superiore che stava dietro ai due blindati.
    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
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  6. #6
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    ed intanto il vero senso dellla giornata dell'indignazione
    é passato in secondo piano

    vi ringrazio per i post precedenti , credo chiariscono un po' le idee a chi guarda oltre
    Se non al primo ciclo, già al secondo o al terzo quasi tutti riescono al ottenere buoni risultati con la tecnica classica. Quei pochi che non ci riescono è meglio che tornino piuttosto a spender i loro soldi dagli street-pusher.
    MrNatural

  7. #7
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    Pesante come testimonianza.... bisognerebbe fosse confermata in qualche modo!!
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  8. #8
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    è stata pubblicata su un giornale a tiratura nazionale ed è stata firmata dall'autore. Ogni volta si ripropone lo stesso copione e c'è sempre chi ci casca. 500.000 persone sono state private del diritto di indignarsi; e dei problemi dei manifestanti non se ne parla proprio. Penso che ad Arcore se la stiano ridendo come matti.
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  9. #9
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    Boh, guardatevi un po' 'sto video. Hanno fatto bene ad ammazzare carlo giuliani perchè aveva il passamontagna e la spranga, vaffanculo, sallusti, ferrero, per me son tutti matti ormai.


    Cuz u actin like a boss ma pe mia si n'ominicchiu
    capeesh?

  10. #10
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    Ferrero è l' unico che si schiera apertamente da parti scomode, come al fianco della lotta No Tav, come a fianco di Carlo Giuliani.

    Più che la prodezza di Ferrero, secondo me, traspare l' infamia di Sallusti, che ha ragliato le stesse 4 parole, mimato il ragazzo con la spranga coprendo le parole di tutti. Ed è uno dei più visibili in tv, mi dicono. Ed è direttore di un giornale importante, se non sbaglio. E i giornali li finanziamo pubblicamente, se continuo a non sbagliare.

    Ma uno che va in tv a dire che hanno fatto bene ad ammazzare qualcuno, come cazzo sta? Secondo me hanno sbagliato anche ad ammazzare bin laden, gheddafi, come cazzo fai a dire che hanno fatto bene ad ammazzare qualcuno? Anche se la tua testa ti dice che è nel torto, come fai?

    Ripeto, non sono solo i politici: è proprio tutta la CASTA che è fatta anche di giornalisti, che se ne deve andare a fare un lavoro diverso.
    Ultima modifica di GiacomoGiacomo; 21-10-11 alle 09:46
    Cuz u actin like a boss ma pe mia si n'ominicchiu
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