Se pensi che la fame è un male alieno al primo mondo, ti sbagli! Più di 49 milioni di statunitensi hanno sofferto una costante “insicurezza alimentare” durante l’anno scorso, 13 milioni in più rispetto al 2007, secondo quanto si denuncia in un documento del Dipartimento dell’ Agricoltura degli USA. Questa cifra indica che una ogni sei famiglie ha problemi nel trovare cibo a sufficienza nella prima economia del mondo. E, quello che è peggio, il numero di bambini nordamericani che soffrono al fame sono aumentati da 11 a 17 milioni, una quantità record da quando Washington ha cominciato ha studiare il fenomeno 14 anni fa.
Il Governo classifica le famiglie come “food secure” o “food insecure” (“cibo sicuro” o “ cibo insicuro”, ndt) basandosi su un questionario che analizza le loro abitudini alimentari durante gli ultimi 12 mesi. Tra le altre questioni, viene chiesto loro se i genitori o i figli hanno passato, qualche volta, una giornata intera senza mangiare perché non avevano i soldi sufficienti per comprare alimenti. La quantità di risposte affermative dà un’idea della dimensione del problema, che ha già provocato una richiesta dei media statunitensi a Barack Obama perchè allarghi i programmi federali già esistenti sulla nutrizione.
Un terzo delle famiglie con problemi economici soffre quello che i ricercatori chiamano eufemisticamente come una “molto bassa sicurezza alimentare”. Cioè, i membri delle famiglie non mangiano due volte al giorno, riducono considerevolmente le razioni o, semplicemente, non hanno denaro sufficiente per comprare cibo. Le famiglie senza risorse alimentano prima i loro figli, proteggendoli dalla fame quanto più possono. Ma, il documento denuncia che il numero di bambini esposti ad una “molto bassa sicurezza alimentare” è passato da 323.000 a 506.000 nel 2007.
A questo si aggiunge un dato preoccupante: un altro studio federale mostra che, anche prima che scoppiasse la crisi, più di due terzi delle famiglie definite come “food insecure” ha tra i suoi membri uno o più lavoratori a tempo pieno. Questo indica che, secondo il NY Times, milioni di statunitensi erano intrappolati in lavori con stipendi spazzatura prima che la recessione riducesse ancora maggiormente le loro possibilità di alimentare i loro figli.
La classe media si impoverisce. Nonostante Washington abbia annunciato recentemente una crescita del 3,5 del PIL nel terzo trimestre, cioè, che la peggior crisi dal 1929 è stata superata, non sono pochi gli analisti che pensano che la maggior parte degli statunitensi affronta una grande depressione. Il drastico calo dei prezzi delle abitazioni sta impoverendo ancora di più la classe media e bassa, il cui patrimonio principale è la casa. Mentre, l’aumento del mercato di valori sta facendo più ricchi quelli che già lo erano, perché il loro patrimonio principale sono azioni.
Dopo aver preso la presidenza, Barack Obama ha deciso di destinare 20.000 milioni di dollari al Supplemental Nutrition Assistan Program (SNAP,ndt), cioè, il programma dei buoni pasto per famiglie bisognose. Tenendo conto che la popolazione attuale statunitense è di 304 milioni, con un tasso di povertà del 13%- che aumenta al 21,9 % nei minori di 18 anni, la più alta nel mondo sviluppato- di suddetta quantità potrebbero beneficiare 6 milioni di persone in più di quelle che già beneficiano dello SNAP. Sembrerebbe che chi governa la terra dell’abbondanza si augura un aumento spettacolare della povertà.
di Angel Martinez (Fgnte: elconfidencial.com)
Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA
APPROFONDIMENTI
> Crisi Usa: spuntano le tendopoli (Peace reporter)
> Viaggio al centro della crisi americana (Corriere della Sera)