Ieri sera non riuscivo a dormire, questa primavera mi irrita parecchio, un giorno è freddo e piovoso il giorno dopo si crepa di caldo, comunque… Intorno alle 23,30 trovo su un canale una rubrica chiamata: STORIE MALEDETTE.
Era un’intervista ad una donna transessuale, ma guardandola non si poteva dire con certezza ne se fosse uomo ne se fosse donna. Cioè, si capiva che era una donna, ma la donna più simile ad un uomo che mi fosse mai capitato di vedere. La tipa parlava tranquilla, guardando sempre negli occhi la sua intervistatrice, e dentro quegli occhi alla fine leggevi una tristezza e una forza davvero indicibili. Ha raccontato della sua infanzia, molto cattolica, e la sua adolescenza abbastanza delicata.
Lei si sentiva un uomo dentro ad un corpo femminile (non molto femminile se stiamo a guardare …) ed è riuscita a non evidenziare la sua diversità perchè come tante bambine si comportava da maschiaccio ma quando ha iniziato a collaborare come responsabile all’interno di una parrocchia, la sua diversità ha iniziato a farsi più pressante e sopratutto più evidente agli occhi degli altri parrocchiani.
Divenuta responsabile dell’attività sociale si è trovata a collaborare con il parroco, il quale, saputa la sua relazione con una donna eterosessuale all’interno della comunità le ha dato l’aut aut: “O ti sposi, e poi fai quel che vuoi ma da sposata regolare, oppure te ne vai.”
Lei se ne è andata, non per orgoglio, non per vergogna, ma proprio perchè l’idea di sposarsi con un uomo per lei era davvero innaturale, impossibile. Ha lasciato il suo paese, stava al sud, e ora lavora in un comune a perugia, e dalla faccia e da quanto raccontava sembrava davvero che un po’ di serenità fosse riuscita a conquistarsela, aiutata anche da anni di analisi e di psicologi. Finisce l’intervista con una frase che mi agghiaccia: “Appena racimolo i soldi mi faccio la mastectomia, ma l’operazione per cambiare sesso no, perchè da donna a uomo è dolorissima e sopratutto perchè non mi metterebbero un vero organo maschile ma una protesi, alimentata da una pompetta sul fianco”. che da quanto ho capito io non fa sentire a lei nulla, ma magari darà piacere alla sua partner… Partner che lei dichiara scegliere solo ed esclusivamente tra donne eterosessuali, perchè le lesbiche, ed è anche comprensibile, per lei non sono affascinanti ne l’attraggono. E’ comprensibile solo perchè lei è donna ma ha la testa di un uomo, e per lei quindi le lesbiche non sono fonte di attrazione. Mi è anche venuto in mente quando donne son obbligate ad effettuare una mastectomia, e con quanto dolore per una malattia, qui abbiamo un tale rifiuto del suo corpo che non riconosce, che vede come una liberazione questa tristissima e mutilante operazione. Ora, io mi chiedo, ma vi rendete conto di che sfiga sia, che cosa incredibile ti può capitare senza che tu abbia fatto assolutamente nulla per farlo accadere? Ha parlato a lungo della discriminazione che la società fa di queste persone, e io, vergognandomi, mi son riconosciuta un po’ in queste persone discriminanti… Parlava di quanti lavori le fossero preclusi per la sua condizione, non potrò mai fare la cameriera nè il cameriere, non potrò fare la segretaria perchè quando mi vedono i datori di lavoro ci ripensano. In effetti assumere tra due persone quella che dichiara di essere transessuale e che si presenta come un’ambigua figura ne maschile ne femminile non è una scelta da tutti, e senza ipocrisie credo che in molto farebbero la scelta più facile. Però mi ha fatto riflettere questa donna, mi ha fatto pensare a che ingiustizie e a che soprusi si debba piegare solo perchè qualche Dio particolarmente ironico si è divertito a incrociare i fili che collegano la sessualità col suo corpo, per una piccola distrazione, per un motivo a lei sconosciuto questa ragazza vivrà tutta la vita guardata male dagli altri, e se non male con sospetto, perchè la parola TRANSESSUALE ai nostri occhi è una cosa sporca, deviante, perversa, e quindi negativa.
Le donne la guarderanno con sospetto e gli uomini con disgusto. I suoi genitori si son separati e lei si sente in qualche modo responsabile del divorzio, la sua sessualità sarà sempre in bilico, perchè lei vorrebbe un amore dolce e pulito e invece le uniche occasioni che trova son di sesso veloce e nascosto e comunque vissuto male… Non è certo una bella condizione.
A lei, e a tutti i transessuali, che hanno la forza di convivere con la loro diversità con un corpo che non si sposa con il loro cuore e la loro mente, auguro di riuscire ad aprirci gli occhi, e faccio i miei più sentiti complimenti per la forza e la determinazione che dimostrano.
E’ una condizione che non hanno voluto loro, che non è ne ereditaria ne una loro scelta, sono solo nati in un corpo che il loro cuore non riconosce e quel corpo, o lo violano con operazioni dolorose e costose o se lo tengono, non amandolo e volendolo differente… Non certo una bella condizione. (a cura di Tippi)