Quale è il livello di tolleranza per i malati che usano la cannabis per fini terapeutici?
Non guida mai dopo aver assunto marijuana, ma il fatto è che senza cannabis non riesce a vivere: Angeline Chilton è malata di sclerosi multipla e la marijuana per uso terapeutico la aiuta moltissimo, anzi, senza l’assunzione massiccia del principio attivo della marijuana, il noto THC, la donna non potrebbe certo vivere una vita più vicina alla normalità: grazie all’assunzione, due volte al giorno, di cannabis terapeutica, riesce a ridurre quei tremolii che, in precedenza, la inchiodavano alla sedia di casa.
DIPENDENTE DALLA MARIJUANA – “Non bevo e guido, e non fumo e guido”, spiega al New York Post, “ma il mio corpo è completamente imbottito di THC”. Il che solleva un problema non da poco: quale è il livello di tollerabilità effettivo della marijuana alla guida? “L’esplosione dei pazienti che utilizzano la marijuana a scopi medici ha portato moltissimi automobilisti ad agitare la tesserina della marijuana davanti agli agenti di polizia dicendo “non puoi farmi niente, sono un utente legale”, dice un avvocato specializzato in casi del genere. Ma, spiega il giornale, la questione non è così semplice.
QUESTIONE DI LIVELLI – La guida sotto l’effetto delle droghe è “sempre proibita”, ma per quanto riguarda la marijuana ci sono degli stati americani che si chiedono se non sia il caso di introdurre una legislazione “a soglia” simile a quella che si utilizza per l’alcool: quale, però, questo livello? Ci sono stati che pensano a 5 nanogrammi complessivi, giudicata “una soglia accettabile”, tuttavia secondo altri esperti ci vorranno molti anni per arrivare ad una decisione comune; anche perché la droga, a differenza dell’alcool, resta nel sangue molto più tempo – rendendo difficile, se non impossibile, lo stabilire un livello ed elaborare un sistema di test simile a quello dell’alcool da sottoporre agli autisti per le strade.
Fonte: Giornalettismo.com