Non ce ne voglia il dott. Serpelloni, nessuno va a frugare nella sua corrispondenza privata, ma è bene che sappia che ogni volta che dice qualcosa di contestabile, automaticamente parte il tam tam delle associazioni e ogni sua parola, ogni frase, ogni illazione che possa dimostrare di quanto false siano le sue posizioni scientifiche, viene presa e catalogata per farne uso proficuo quando se ne presenta l’occasione.
Ma questa volta non abbiamo dovuto aspettare tanto, l’altro giorno il dott. Serpelloni, rispondendo ad un coordinatore dell’Associazione Luca Coscioni che gli contestava di avere posizioni ideologiche, anziché prove scientifiche non controbattibili sulla possibilità di autocoltivazione della cannabis, esordiva con queste parole:
“E’ molto chiaro che la vostra scelta di volere trasgredire alle regole volute e votate dal Parlamento, non è dettata da reali e veri bisogni sanitari, che potrebbero essere pienamente soddisfatti con i farmaci legali, ma da posizioni assolutamente ideologiche che peraltro non trovano consenso nella maggioranza degli italiani oltre che nei loro decisori politici democraticamente eletti.“
A parte che vorremmo ricordare al dottor Serpelloni che i “decisori politici” che oggi figurano nel Parlamento, purtroppo non sono stati democraticamente eletti, ma arbitrariamente assegnati dai partiti a ricoprire il ruolo di rappresentanti del popolo anche se il popolo non li conosceva (altrimenti non si spiegherebbe l’assoluta mancanza di etica e di professionalità nella maggior parte di coloro che dovrebbero costituire il corpo della politica attuale, in primis il sen. Giovanardi come esempio di faziosità, incapacità e ipocrisia), ma vorremmo soprattutto dirgli che alla guerra che lui ha dichiarato contro di noi, che alla guerra non pensavamo affatto, non possiamo che rispondere colpo su colpo e questa volta vogliamo soffermarci proprio sull’accusa che ci muove additandoci come agit-prop o untori ideologici, mossi da convinzioni politiche anziché motivati da esigenze morali nel sostenere una campagna liberatoria in difesa della dignità e della libertà dei cittadini tutti, consumatori o meno di cannabis!
Certo che gli ultimi avvenimenti devono aver scosso abbastanza, tanto il poco onorevole Giovanardi, quanto il poco professionale dott. Serpelloni.
La presa di posizione a favore della legalizzazione di autorevoli personaggi in Italia, le consultazioni referendarie di alcuni stati americani, la decisione dell’Uruguay, le ultime ricerche scientifiche che dimostrano la non correlazione tra patologie respiratorie ed uso di cannabis, fino all’ultima ricerca scientifica dell’Università di Tor Vergata in cui si afferma che non esiste connessione tra consumo di cannabis e approccio a droghe pesanti, passando per le leggi regionali pro cannabis terapeutica e per ulteriori prese di posizione, come quelle del dott. Grassi favorevole alla produzione nazionale di cannabis ad uso terapeutico, del prof. Gessa che si esprime sulla limitata tossicità della sostanza o del dott. Corbellini che nel Sole 24 ore di due giorni fa demolisce la serietà scientifica del DPA, devono aver indotto il dott. Serpelloni a chiamare a raccolta le riserve del suo squallido esercito nel tentativo di arginare la massiccia offensiva scatenata da più fronti contro la falsità professata impunemente dal suo Dipartimento.
Il dott. Serpelloni parla di posizioni ideologiche che caratterizzerebbero la nostra lotta e le nostre rivendicazioni, ma …come può il bue dare del “cornuto” all’asino?
Come potrebbero essere classificate, se non a livello ideologico, le affermazioni di cieca fiducia nei suoi confronti espresse dal trio senatoriale del PdL Caligiuri, Speziali, Bevilacqua, che a più riprese hanno invocato la chiusura di tutti i siti o manifestazioni pro cannabis, arrivando addirittura a chiedere che siano messe fuori commercio le cartine?
E dell’iniziativa del sen. Gentile (sempre PdL) di chiedere che la Rai si faccia carico della responsabilità di informare i giovani sulla percolosità della cannabis attraverso delle puntate gestite dal DPA, la vogliamo considerare un’iniziativa scientifica o più onestamente ideologica?
E della dichiarazione del dott. Garattini che, a dispetto di tutte le ricerche scientifiche e della serietà professionale, riesce ad affermare che i fumatori di cannabis vedono il semaforo con colori diversi da quelli segnalati, ne vogliamo parlare o la archiviamo subito come posizione falsa e assolutamente ideologica in appoggio alla politica menzognera del DPA?
E della campagna mossa da Militia-Christi contro la decisione della Regione Toscana sull’utilizzo di cannabis a scopo terapeutico, chiamando i fedeli alla preghiera contro gli inconsapevoli peccatori, come non bollarla di faziosità culturale e chiara presa di posizione ideologica?
Ma arriviamo alla ciliegina sulla torta con quanto affermato in data di ieri dal dott. Salvatore Abbruzzese, docente di sociologia della religione all’Università di Trento: “La legalizzazione sarebbe di fatto un riconoscimento implicito del diritto del singolo a decidere della propria esistenza anche usando determinate droghe, magari dietro ricetta medica.“
E finalmente, grazie alle affermazioni dell’esimio dottor Abruzzese siamo arrivati a comprendere il cuore e quindi le reali motivazioni della campagna ideologica del DPA: “…e che il singolo decidere della propria esistenza??? Ma Stiamo scherzando??? e allora tutti loro, sociologi della religione, scienziati al servizio del proibizionismo americano, senatori in odor di collusione, fondamentalisti cattolici e giornalisti prezzolati, che ci starebbero a fare?
Pubblicato anche su: www.legalizziamolacanapa.org