Prete anarchico si racconta
I richiami delle autorità ecclesistiche si sprecano, talmente tanti e da anni, da quando giovane prete sessantottino a Genova fu rimosso dalla chiesa del Carmine perchè le sue omelie sapevano di politica mentre lui operava in pieno spirito di Concilio Vaticano II. E ormai non fanno più notizia anche se Don Andrea Gallo, Andrea per la sua comunità che lo adora, il Gallo per i genovesi, ci mette del suo. E lo racconta, episodio per episodio, con una prosa piena di ironia, in questo libro che segue quello del 2005, Angelicamente Anarchico. È del 1928 ma non ha mai perso in questi anni di battaglie, di sconfitte e di piccole vittorie – il ristorante La Lanterna gioiello marinaro che ha tolto tanti ragazzi dalla strada – il gusto di dire la sua, quasi sempre giusta, sempre “contro”, sempre spiazzante la morale benpensante, per usare termini che piacevano al suo caro amico Fabrizio De Andrè, di cui celebrò i funerali a Genova, considerando il rosario laico di Faber il suo quinto Vangelo. Le sue sono posizioni ribelli: è stato vicino a Beppe Englaro e la sua Eluana, non ha escluso l’aborto per le vittime di stupro (mandò una lettera inorridita a papa Wojtyla quando questi raccomandò di non far abortire le vittime degli stupri in Bosnia), è ferocemente contro il pacchetto sicurezza del governo e le politiche di respingimento dei migranti, è favorevole alla liberalizzazione della cannabis, all’uso del profilattico anti-Aids, recentemente si è speso per far luce sulla morte di Stefano Cucchi in carceri che chiama discariche sociali. Insomma chi più ne ha più ne metta. Il suo percorso, avendo sempre in testa quel cristianesimo solidale, rivolto alla solidarietà, allo stare nel mondo senza dogmatismi in una
purezza di messaggio evangelico che mette mani e cuore nella realtà senza mai risparmiarsi, lo ha reso discusso ma anche amatissimo. Un prete prete, come don Luigi Ciotti, come don
Virginio Colmegna, come è stato don Luigi Di Liegro. Per questo suo essere ha avvicinato in tanti anni artisti come Vasco Rossi, Manu Chao,Beppe Grillo, Paolo Rossi, Moni Ovadia, Erri De Luca, la grande amica Fernanda Pivano la cui morte lo smarrì profondamente, ma anche barboni, prostitute, tossici, vite perdute e per lui anime salve. «Molti mi chiedono di andarmene dalla Chiesa visto che non sono d’accordo quasi su niente. Ma io nella mia casa ci sto bene, la amo, rispetto la sua struttura gerarchica. Semmai, se qualcuno non mi vuole, che abbia il coraggio di scomunicarmi. Considero il mio dissenso un atto di fedeltà ai principi fondamentali della Chiesa»,scrive don Gallo. Nel 2009 fece fare un calendario delle trans per aiutare la rinascita del Ghetto di Genova. Un marxista della Cei che considera ultimi ed emarginati, strumenti «per recuperare tutti un genere di vita diverso, demolendo gli idoli che ci siamo costruiti: denaro, potere, consumo, spreco, tendenza a vivere al di sopra delle nostre possibilità. Riscopriremo i valori del bene comune, della tolleranza, della solidarietà, della giustizia sociale».
di Giacomo Galeazzi (fonte: lastampa.it)