“…Ma non siamo consapevoli di noi stessi. Nell’occidente, Gurdjieff usò come sua tecnica di base il ricordarsi di sé. Ricordati di te, in qualsiasi azione. E’ molto difficile: sembra molto facile, e invece ti dimenticherai. Prova a sentire “Io sono”. Non verbalizzare, senti solo di essere. Questa sensazione non-verbale, anche se di un solo istante, ti darà un assaggio – un assaggio che nessun LSD ti darà mai – un assaggio del reale. Anche se per un solo istante, sei riportato al centro del tuo essere. Sei dall’altra parte dello specchio, hai trasceso il mondo delle riflessioni, sei esistenziale. E puoi farlo tutte le volte che vuoi.” Osho (“Meditazione, la prima ed ultima libertà”)
Il Satori nella pratica del Buddismo Zen indica l’esperienza del risveglio spirituale, l’illuminazione improvvisa, la comprensione immediata e senza mediazioni intellettuali con l’unità di tutto il nostro essere, mente e corpo, dell’evidenza della realtà. Il Satori è un’esperienza vivibile da un gran numero di persone, giacché non ha bisogno a volte di alcuna preparazione; a volte accade per caso: la situazione viene creata, ma inconsapevolmente. Sono moltissimi ad averlo sperimentato. Possono non averlo riconosciuto per tale, interpretato come tale, ma l’hanno sperimentato. Anche il trasporto di un grande amore basta a provocarlo.
Il maestro spirituale indiano Osho (1931-1990) sostiene che anche con le droghe è possibile il Satori. E’ possibile con la mescalina, l’LSD, la marijuana, poiché una reazione chimica può indurre un’espansione della mente tale da consentire l’esperienza. Questo perché i nostri corpi sono composti chimici – la mente e il corpo sono aggregati di sostanze chimiche – sicché anche un intervento chimico operato su di noi può provocare un’esperienza fugace d’illuminazione. Il Satori è un’esperienza possibile a chiunque possegga senso estetico o un animo poetico, a chiunque nutra un atteggiamento “sensibile” – e non intellettuale – nei confronti della realtà.
Il filosofo indiano Krishnamurti dice che tutte le pratiche yoga, tutte le tecniche di meditazione, sono solo droghe: generano cambiamenti chimici e, di conseguenza, le esperienze. Anche Osho ha più volte ribadito che tutte le esperienze sono frutto di cambiamenti chimici: “Sia che tu fumi marijuana o che fai esercizi di respirazione, il corpo vive un cambiamento chimico. Inizi a vedere cose che prima non vedevi. Inizi a sentire cose nuove, diventi estremamente sensibile”. Ma se è vero che tutte le esperienze sono legate alla chimica, occorre fare una distinzione. Si possono introdurre nel corpo sostanze chimiche, oppure si può cambiare il corpo digiunando, usando la respirazione. Ed è ciò che hanno fatto gli yogin, i ricercatori in Oriente.
“La differenza è minima, il sentiero è lo stesso… Ma, per ciò che mi riguarda, entrambi fanno la stessa cosa”, ha scritto Osho. Osho però mette in guardia dai pericoli derivanti da un uso sconsiderato di psichedelici. Egli sottolinea come l’LSD possa rivelarsi d’aiuto nella meditazione, ma anche di come sia un aiuto molto pericoloso. Anche usando un mantra è possibile trovare poi difficoltà a sbarazzarsene, ma nel caso dell’LSD tale difficoltà sarà moltiplicata. Mentre ci si trova in “viaggio” sotto gli effetti dell’LSD non siamo noi ad avere il controllo, ma è la chimica a tenere le redini. Non siamo più padroni e, una volta che si è persa la supremazia, è arduo riconquistarla. Non è più la sostanza chimica ad essere il nostro potere, ma noi ad esserlo in suo. Il controllo dell’esperienza non è più in mano nostra!
Appena ricorriamo all’aiuto dell’LSD facciamo infatti uno schiavo del vero padrone e tutta la nostra chimica corporea ne sarà sconvolta. Osho consiglia di usare l’LSD per accostarsi alla meditazione soltanto se il nostro corpo è stato addestrato appositamente per questo scopo, per cui il maestro spirituale indiano ne sconsiglia l’uso agli occidentali. Soltanto in Oriente il suo uso potrebbe essere consigliabile, e soltanto dopo che il corpo sia stato sottoposto ad una preparazione totale ed accurata.
Lo yoga lo ha adottato, il tantrismo l’ha adottato – esistono scuole yoga e tantra che sono ricorse all’aiuto dell’LSD – ma in tal caso si è proceduto ad una preliminare preparazione fisica. E’ necessario infatti che il corpo si assoggetti a un lungo processo di purificazione. Quand’esso è divenuto estremamente puro e siamo divenuti maestri nel padroneggiarlo, neppure la chimica potrà togliercene il controllo. Solo in tal caso lo yoga consente l’uso dell’acido, e pur sempre in modo estremamente specifico.
SD&M – www.psiconautica.tk
Pubblicato su Dolce Vita n°22 – Maggio/Giugno 2009