ROMA – Curarsi a casa, anche nella tossicodipendenza, può essere un valore aggiunto, sia sotto il profilo della sicurezza terapeutica, che nella lotta al traffico clandestino. Lo dimostra la crescita delle percentuali per uscire dal tunnel della droga:dal 61% del 2008 al 75% del 2009. In pratica, tre pazienti su quattro gestiscono ora la propria terapia a domicilio ed oltre la metà si rivolge ai SerT per ritirare i farmaci solo una volta la settimana. A sottolineare la tendenza positiva è una ricerca di GfK-Eurisko, condotta fra cento operatori medici del settore in Italia e presentata a Roma. Ma c’è dell’altro.
Favorevole il 60% dei medici – Due medici su tre, in sostanza, ritengono che le nuove cure disponibili consentano d’affidare i farmaci con maggiore sicurezza e minori rischi. E’ un importante passo avanti sostenuto,però, dall’innovazione farmacologica che ha reso disponibile il ricorso, nel nostro Paese, all’associzione buprenorfina e naloxone. Un insieme, capace di renderne difficile l’uso improprio e,di conseguenza,lo spaccio sul mercato clandestino. La combinazione dei due principi attivi si rivela,infatti, particolarmente inadatta alla vendita sul circuito. E’ proprio nelle vicinanze dei SerT, ha precisato Claudio Leonardi,dell’ASL di Roma C, che si concentra l’attività di spaccio e, quindi, anche i rischi di possibile ricaduta.
Vantaggi economici e gestionali – Si alleggerisce così la pressione sulle strutture sanitarie di settore,evitando le lunghe code quotidiane per il ritiro dei farmaci e ridurre i costi a medio e lungo termine. Si ha, in tal modo, un risparmio globale di risorse umane ed economiche, impiegabili in alternativa ad attività diverse,dalla dispensazione del farmaco, al supporto psicologico,alla riabilitazione.
Lavoro non più a rischio – Anche i tossicodipendenti avrebbero vantaggi. L’affido del farmaco a domicilio, pur mantenendo la centralità del SerT,favorisce il loro recupero, consentondo di trovare e mantenere più facilmente un lavoro,di reinserirli nella società e tornare ad una vita normale,limitando l’afflusso ai Centri.
Rinascita psicologica – Dalle interviste, emerge in particolare il segno di una vera e propria rinascita psicologica,una prova della capacità di essere più forti della droga e della fiducia che si può riporre nei loro confronti.
Miglioramenti clinici – Secondo Lorenzo Somaini, segretario di FeDerSerD Piemonte, chi ne usufruisce rimane mediamente in cura più a lungo ed aderisce meglio ai protocolli clinci. Inoltre, assume più farmaci rispetto a coloro che frequentano i SerT tutti i giorni od a giorni alterni,con percentuale di urine negative,segno che non assumono più sostanze stupefacenti, sovrapponbibile a quella dei tossicodipendenti che si recano quotidianamente al Centro.
I Centri in Italia – Secondo il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, i SerT sono oggi 605. I consumatori di oppiodi ( relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze nel 2008) sono 212.700, con 5,4 ogni mille residenti nella fascia d’età fra 15 e 64 anni (massima concentrazione in Lombardia con 27.902,minima in Valle d’Aosta,381). Le regioni a consumo maggiore sono l’Umbria con una prevalenza dell’8,1,Toscana e Liguria ( 7 per mille residenti). Le sostanze più utilizate,dopo gli oppiacei, sono la cocaina,la cannabis. E’ diffuso, inoltre, il fenomeno del policonsumo (43%)
I morti nel 2008– Nel corso del 2008, per “overdose”, sono decedute 502 persone, un fenomeno dalle connotazioni prevalentemente maschili ( rapporto decessi 8 ad 1). La regione in tal senso più critica è l’Umbria con un tasso tre volte superiore a quello nazionale. Nello stesso periodo il 63% dei soggetti in carico presso i SerT ha usufruito di trattamenti farmacologici per la dipendenza da sostanze stupefacenti, oltre la metà dei quali integrati con supporto psico-sociale e/o riabilitativo(77%). di Gian Ugo Berti (fonte: canali.kataweb.it/salute/2009/12/03/tossicodipendenza-a-casa-si-cura-meglio)