Vogliamo intenzionalmente mettere il dito nella piaga che si è creata nello zoccolo duro del proibizionismo, e vorremmo aprire questo editoriale con le ultime parole dell’articolo relativo alle dichiarazioni di Saviano a proposito della legalizzazione della marijuana, quando ricorda quanto confessatogli da uno dei capi della criminalità organizzata durante un’intervista: “Maurizio Prestieri, ex boss di Secondigliano ora collaboratore di giustizia, mi disse una volta durante un’intervista: con tutto il fumo che i ragazzi “alternativi” napoletani compravano da noi, sostenevamo le campagne elettorali dei politici di centrodestra in provincia”.
Quale risposta sdegnata dovrà inventarsi il buon Giovanardi per confutare questa dichiarazione?
Ormai tutti sanno con certezza della connivenza tra gli interessi politici e quelli delle organizzazioni criminali e soprattutto che questi interessi sono indotti, alimentati e gestiti attraverso una serie di leggi che assicurano ai tenebrosi soci, grandi vantaggi e lauti guadagni.
Che poi fosse il centrodestra ad avere un ruolo primario in questi loschi tornaconto non ci meraviglia neppure un pochino ed anzi, ci meravigliamo come fino ad ora il centrosinistra e la sinistra tutta, non abbiano sentito il bisogno di intervenire per abolire la Fini-Giovanardi che tra le leggi in favore della mafia ha il primato assoluto.
Saviano si esprime anche a proposito della necessità di depenalizzare il consumo di droghe pesanti e di legalizzare quelle leggere e questi consigli il nostro Giovanardi-Torquemada potrebbe anche non prenderli in considerazione, d’altronde i discutibili dati scientifici forniti dal suo compagno di crociata Serpelloni (che equiparano la pericolosità delle sostanze tutte allo stesso livello), ancora gli permettono di criticare e lanciare anatemi su tutti coloro che a suo avviso sono ignoranti in materia, ma questa mattina, dopo aver letto l’articolo del prof. Veronesi su “la Repubblica”, pensiamo che un leggero mal di pancia gli sia venuto!
Il prof. Veronesi ritorna sulla sua proposta di legge del 2000, quando era ministro della sanità nel governo Prodi, in cui proponeva le stesse cose dette da Saviano, e dopo dodici anni torna a chiedersi sull’efficacia del proibizionismo, consigliare che si faccia un distinguo tra gli stupefacenti, che si operi per un recupero reale dei tossicodipendenti vittime delle droghe pesanti e che si liberalizzi il consumo per quelle leggere.
Dire ad un artista, ad uno scrittore o ad un intellettuale che certe dichiarazioni sono inopportune se non accompagnate da una reale conoscenza, Giovanardi ancora se lo può permettere nonostante il suo pensiero non conti più niente e comprendiamo la sua determinazione nel voler difendere l’unica legge che la sua mente è riuscita a partorire, ma iniziare a trovarsi di fronte un fuoco di fila innescato da esimi professori che di conoscenza ne hanno tanta, dovrebbe invece iniziare a fargli sentire scricchiolare il trono sul quale la sua nociva legge è stata incautamente posta per troppo tempo.
Tutti i giorni il tema della cannabis è riportata da qualche strumento mediatico e che sia per le sue proprietà terapeutiche, o in quanto causa dell’affollamento delle carceri, o indicata come fonte di ingenti profitti per la criminalità, è chiaro ormai a tutti che questo problema deve essere risolto, considerando anche che in tutti i sondaggi finora effettuati le persone in favore della legalizzazione, sono in numero sovrastante nei confronti di quelli che vorrebbero proseguire con l’infausta politica repressiva in atto dal 2006!
Un sondaggio di oggi lanciato da Sky ha riportato una percentuale di oltre il 70% a favore della legalizzazione della marijuana, così come è avvenuto qualche mese fa per lo stesso sondaggio proposto da Santoro e siamo sicuri che chiunque voglia provare a testare il pensiero dell’opinione pubblica in materia, dovrà vedersela con un continuo e crescente consenso e noi, a buon bisogno, possiamo umilmente dire di essere il termometro della situazione e che la temperatura misurata è ormai abbastanza elevata per continuare ad ignorarla.
Ma nonostante l’evidenza sempre più condivisa nel mondo scientifico e nell’opinione pubblica sulla differenza tra le sostanze, solo l’altro giorno il crociato Giovanardi ha lanciato l’allarme per alcune voci che circolavano sulla possibilità di soppressione del DPA e noi, con la speranza che quelle voci siano fondate, vogliamo concludere con quanto dichiarato dagli on. Perduca e Manfredi dei Radicali Italiani a proposito della sua preoccupazione: “Da Giovanardi, vista la sua faccia di bronzo, non ci aspettiamo nessun ripensamento, chiediamo, invece, a Gianfranco Fini e a Carlo Azeglio Ciampi (a quel tempo presidente del Consiglio – ndr) un supplemento di riflessione sul loro comportamento di sei anni fa”.
Giancarlo Cecconi – ASCIA
Pubblicato anche su: www.legalizziamolacanapa.org