Questa riflessione intende solo farci pensare a quali eventuali conseguenze ha la cannabis nella nostra vita quotidiana: dal lavoro, alla coppia, dagli amici, ai parenti. Oltre a questo, naturalmente e come sempre, intende farvi sollazzare per qualche minuto!
Dopo tanti anni di onorata carriera di fumatrice, riflettendo mi sono resa conto di come il mio modo di essere una “consumatrice di marijuana” si sia modificato nel corso di questi anni.
Credo sia normale, e anche significativo per fare capire come, crescendo, la maria, si adegui ai nostri ritmi e alle nostre vite. Quando ho iniziato ero molto giovane, fumavo solo con pochi amici intimi, ai parchi o alle feste e il risultato è sempre stato, anche alla prima canna, un momento di massimo divertimento, risate a non finire e sempre più la convinzione che farsi le canne era un bel modo di passare il tempo.
Finiti gli studi e il periodo di esami ho iniziato a lavorare, ma in un mondo dove chi si faceva le canne era considerato un “drogato” perso. Non ho mai smesso, comunque, ma ovviamente non avevo nessun collega col quale poter parlare e condividere questa passione.
Qui sta la prima riflessione: “Se fumi ma non puoi condividere questa esperienza con altri, in genere la vivi male, o per lo meno, la vivi da clandestina”.
Mi sono riavvicinata al fumo proprio grazie al mio lavoro, in una agenzia di pubblicità dove organizzavo manifestazioni sportive e conoscendo per lavoro vari personaggi tipo scenografi, creativi e gente che comunque consumava marijuana e non ne faceva mistero. E da qui un’altra riflessione: “Tra persone con cui lavori, e che per un motivo qualsiasi sai che fumano e loro sanno di te, si instaura un rapporto di complicità piacevole e spontaneo”. (Da qui grandi scambi di assaggi e regalini gradevolissimi).
Nella mia vita privata non ho mai negato le mie preferenze di fumatrice e mi sono accorta che, almeno per le mie esperienze personali, esistono 3 tipi di reazione quando si viene a sapere che la donna con cui stai uscendo si fa le canne:
1) curiosità, intrigo (soprattutto a chi non è abituato a fumare), quindi è comunque positiva la reazione che suscita.
2) diffidenza, onestamente ammetto che ne ho trovata poca, ma comunque qualcuno mi guardava come se avesse davanti una drogata che espleta le sue funzionalità.
3) convinzione, tutta maschile, che con una donna fumata ci si possa provare di più che non con una che non fuma canne.
Ma a parte le relazioni divertenti o meno tra donne e uomini, in effetti ora che lavoro in un posto più grande e conosco quasi tutti, so che nel mio ambiente professionale, più della metà delle persone fumano. Molti fumano solo in compagnia, altri fumano tutte le sere ma sono la minoranza, altri fumano solo in occasioni speciali. Ma quanto incide nella nostra vita interpersonale il fumo? Credo onestamente di poter dire che nel mio caso non ha quasi nessuna influenza sul risultato del mio lavoro, io posso fumare una canna e poi presentarmi a una riunione senza che la fumata mi levi attenzione o coerenza, mentre se fumo di nascosto o di fretta mi da una “botta” incredibile e velocissima che mi “sconvolge” per un massimo di cinque minuti. Ne consegue che: “Il fumo vissuto come cosa proibita provoca un effetto ben diverso da quando ci si fa una canna con comodo e tranquilli a casa propria”. Domanda naturale, come mai? E’ chiaro che la reazione è psicologica e non fisica. E’ pur vero però che io posso affermare: “Il giudizio degli altri sul mio operato non cambia, ma non posso dire con sicurezza se, la gente a cui propongo il lavoro sapesse che mi faccio le canne, cambierebbe atteggiamento”. Se qualcuno a un cena di gente semi-sconosciuta vi domanda se vi fate le canne come reagite?
Io onestamente, in alcune cene ho dovuto rispondere di no, anche perchè alla domanda le reazioni erano le più disparate ma sempre negative. Le suddette cene erano cene con professionisti. Quindi il quarto ragionamento che ne consegue è che: “in certi ambienti dire che fumi può essere altamente nocivo e ledere alla tua professionalità pur se hai ottimi risultati”. Aggiungo comunque che io, anche di fronte a clienti/amici, ho fumato le canne, sanno che le fumo e questo non cambia il loro giudizio positivo su di me. Ma sono casi rari e soprattutto io lavoro in un ambiente abbastanza “aperto” e ricco di gente di tutti i tipi.
Ne deriva che, sul lavoro è sempre meglio farsi i affari propri e siccome in effetti non sei obbligato a vederti al di fuori del lavoro con la gente con cui lavori, fai una cernita intelligente delle persone alle quali confessi il tuo segreto. Prima di accenderti una canna davanti ad un tuo collega, tieni sempre presente l’eventualità, che in un momento di disaccordo lui potrà “tradirti”. Nei rapporti sentimentali, ovviamente, vale la regola di chi è il tuo partner. A me personalmente è capitato spesso di fumare al primo incontro e l’uomo che avevo davanti, curioso e con grosse “motivazioni” a fare il complice o il trasgressivo, per non esser da meno fumava anche lui. I risultati erano grandiosi, e mi spiace di non aver avuto la prontezza di riprendere con una telecamera come proseguiva la serata. Grandiosi nel senso che niente rende un uomo (che non è abituato a fumare ) più inoffensivo che una canna di buon fumo unita ad un alcolico. Mentre a me il fumo disinibisce, ai miei “ospiti” non abituati a fumare, dava l’effetto di un potentissimo soporifero, che giungeva immancabilmente , al momento di fare sesso. (io ho sempre sospettato che questi signori fossero abbastanza sfigati, ma inconsciamente, utilizzavo le canne ai primi incontri proprio per cercare di renderli il meno “molesti” possibile.) (e qui non voglio sentire commenti!)
La morale è: “se vuoi portarti a letto un uomo con cui esci da poco e che non è un consumatore abituale di maria, non farlo fumare!”. Questa regola non vale ovviamente per il mio moroso, che quando l’ho conosciuto negava di fumare erba ma alla prima rollata si è capito benissimo che se ne intendeva eccome!
In famiglia, altro mondo importante, come reagiscono se sanno che vi fate le canne? Dipende ovviamente dall’età. Come l’avete conosciuta e avete avuto modo di apprezzarla voi, dovreste cominciare a parlarne in modo vago ma continuo ai vostri genitori. Una madre se non sa che cosa fa suo figlio si danna e si preoccupa, se invece con lei avete un rapporto aperto è meglio renderla complice, parlarne, non omettendo che un sacco di volte, quando avete discusso anche di cose serie eravate fumati e questo non ha minimamente intaccato nè la discussione nè le vostre opinioni.
Non credo che sia solo grazie al Sig. Fini ma, a conti fatti, farsi le canne rimane una cosa da non confessare a tutti, da tener nascosta alle persone con le quali lavori, (capi etc.) e un piacevole sollazzo che per fortuna è libidinoso anche in solitudine. Per quanto riguarda il discorso coltivazione, è scontato dire che la riservatezza è fondamentale.
Detto questo: non vedo l’ora di tornare a casa, accendermi una stizza e fumare allegramente senza nessun senso di colpa. Buona fumata a tutti! (a cura di Tippi)