Il Natale è una delle due tappe in cui i carcerati dividono l’anno, l’altra è il ferragosto. A differenza di quanto accade fuori, dove le festività sono un’occasione per rivedere e risentire anche persone con le quali normalmente non si intrattengono rapporti, in galera si è più abbandonati che mai, un po’ perchè gli altri sono in vacanza, ed un po’ perchè a causa del superlavoro che c’è negli uffici postali, la corrispondenza subisce ritardi che in carcere pesano più che altrove.
Per Natale è possibile, in quasi tutti gli istituti di pena effettuare una socialità straordinaria e pranzare in gruppi anche di 15 persone, cosa che in altri periodi dell’anno è improponibile. I preparativi per gli approvvigionamenti alimentari iniziano con largo anticipo: suddivisa tra i detenuti che effettuano colloqui con i famigliari e possono ricevere i pacchi alimentari attraverso quest’ultimi, viene organizzata una vera e propria colletta alimentare per far in modo non vi siano doppioni e manchino invece altre cose. La lista degli alimenti che è possibile ricevere, pur non subendo modifiche sostanziali, gode di una maggiore tolleranza da parte degli agenti (che a volte a natale diventano più buoni), ed attraverso l’ufficio soppravvitto viene data la possibilità di acquistare pesce surgelato, il cui costo si divide tra le varie celle che partecipano alla socialità natalizia. V’è poi la suddivisione degli incarichi culinari tra le varie celle, ed è proprio in queste occasioni che i detenuti più anziani e più esperti nella preparazione di leccornie, possono far pesar il loro prestigio.
Vi posso garantire che, nonostante la tristezza inevitabile, v’è più umanità in questi pranzi che alla “cena della rosa” a Montecarlo e siccome anche una carogna come me a Natale è più buona, chiudo con un forte abbraccio a tutti i prigionieri con l’augurio che questo che passate, di Natale, sia l’ultimo che vediate da dietro le sbarre. Alla prossima.
Jazzon
Pubblicato su Dolce Vita n°8 – Gennaio/Febbraio 2007