Per me la soluzione ideale è questa:
1) Permettere la coltivazione personale a tutti, però ad una condizione: non la vendi, non consegui un ricavo col tuo raccolto; il tuo raccolto lo usi te insieme ad amici. Se io Stato ti becco a vendere senza autorizzazione, ti faccio pagare una multa (se scopro che i tuoi ricavi sono maggiori a un tot -es 10.000 euro - ti fai anche un annetto di carcere).
2) Istituire dei locali (cooperativa? Spa? Snc? No-profit? Se ne può discutere) dove viene autorizzata la vendita delle varietà di cannabis (controllate qualitativamente); il venditore deve pagare le imposte sulla sua rendita (come è per tutte le attività commerciali) e non deve cedere i suoi prodotti a minori (deve chiedere il documento a tutti i clienti).
Per quanto riguarda il sovrapprezzo, questo è causato quando viene legalizzata la sola vendita! Se non sbaglio i prezzi della cannabis in Uruguay sono bassissimi perché oltre alla vendita è stata legalizzata l'autoproduzione. Quindi se un domani (molto, molto lontano) soffierà anche da noi il vento dell'antiproibizionismo, dovremo stare attenti a non fare l'errore del Colorado, dove i prezzi (per ora) sono davvero troppo alti.
Io penso che già sia difficile la desanzionalizzazione della coltivazione con quello che qualcuno chiama "schedatura" (per me è un atto innocuo, ma qualcuno non è d'accordo e va bene), perché complicarsi la vita parlando di rovesciare totalmente il sistema capitalistico, o chiedere il libero commercio della ganja? Dovremmo puntare alle cose concrete.
Detto questo, potremmo (tutti, io compreso) abbassare alla soglia minima i nostri toni? Come si suol dire, ricominciamo da capo![]()