Non posso parlare per tutti. So com'è stato il mio iter, prima di arrivare a questo punto e a voi. E so perfettamente che ci sono percorsi come il mio e molto, molto più dolorosi del mio.
Quando ho provato la prima volta i benefici (seppur senza avere i mezzi per poter essere un consumatore consapevole) mi sono aggrappata con tutte le mie forze alla speranza, ormai quasi fantasia, di una vita diversa. Una migliore, dove posso mangiare due volte al giorno, posso dormire e lavorare. Ho passato giornate infernali a chiedermi se l'autoproduzione fosse fattibile, vivo con persone che amo e mai vorrei metterle in difficoltà o in pericolo. Altra alternativa all'autoproduzione è per me impensabile.
O autoproduci, o niente. Penso che le motivazioni siano comprensibili e assodate per tutti noi, a maggior ragione quando l'uso terapeutico è il principale e quindi la necessità di una visione allopatica (dei disturbi e della pianta stessa) è più che stringente.
Ero così disperata che ho pensato: pianto e mi denuncio in questura.
Ogni volta che mi prende la paura, penso: che cosa volete? Cavarmi il sangue?
La risposta è: fate.
Io non patteggerò mai e poi mai. La vita, la MIA vita deve avere il valore che sento di darle. E io sono una stracazzo di persona pulita, lo siamo.
E ora che ho potuto finalmente provare le potenzialità del cbd in alte percentuali non tornerò indietro, nè ora nè mai.
Facciamoci forza e non perdiamo la testa. Non perdiamo la testa!
Grazie avvocato e grazie ad ognuno di voi, per i vostri dubbi, le paure, le incertezze.



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