La poesia è lo strumento più immediato per dare voce all’anima. Uomini e donne di tutti i tempi se ne servono per alzare la voce, per descrivere uno stato emotivo, per denunciare, per amare, per urlare. La poesia fa paura. Inquieta gli impostori e può inclinare palazzi costruiti sul sangue.
In questi giorni a Manama, capitale del Bahirain, piccolo stato sul Golfo Persico, è stata violentata e poi uccisa dai militari fedeli al regime locale, una giovane poetessa di appena venti anni. La sua colpa? Aver denunciato i soprusi, le violenze, le privazioni di una vita senza libertà di espressione. Si chiamava Ayat al-Ghermezi. Durante le manifestazioni di rivolta che hanno investito i paesi arabi, e che hanno visto coinvolto anche il Bahrain, la poetessa aveva letto in piazza alcuni dei suoi componimenti contro il regime di Manama, scatenando la reazione repressiva del governo. La notizia è stata diffusa da Press Tv ( video ayat al ghermezi) ed ha avuto, invece, scarsa risonanza in Italia.
Da metà febbraio migliaia di manifestanti anti-governo in Bahrain sono scesi per le strade chiedendo la fine della dinastia sunnita degli Al-Khalifa, che da oltre quarant’anni è al governo del Paese. Stando alle fonti locali, decine di persone sono state uccise e in centinaia sono state arrestate durante la repressione delle manifestazioni pacifiche. Tra questi anche Ayat al-Ghermezi. Secondo quanto spiega la sua famiglia, la giovane, recatasi dalla polizia a riferire delle minacce ricevute, è stata insultata anche dai funzionari.
Alla fine di marzo le forze di sicurezza hanno dato il via a due bitz in casa sua per arrestarla, ma non trovandola, hanno minacciato la famiglia di distruggere l’appartamento, come ordinato da funzionari di alto grado. I familiari della ragazza,allora, hanno indicato ai militari il luogo dove avrebbero trovato Ayat, e da quel momento di lei non si è saputo più nulla.
A metà aprile una telefonata anonima ha informato la famiglia di Ayat che la giovane era in coma in un ospedale militare.
Al nosocomio i dottori hanno confermato ch era entrata in coma dopo essere stata stuprata più volte. A nulla sono serviti gli sforzi dei medici per salvarle la vita e la poetessa è morta all’ospedale militare.
Marina Bisogno
fonte: www.caffenews.it