Dal progetto Sottosuono nasce un laboratorio sul free software e l’open source…
Imprescindibile libertà, è da questo concetto troppo spesso travisato che parte la nostra esperienza. Si tratta di informatica, produzione musicale, artistica o più in generale culturale.
Un sistema operativo totalmente libero? Creato da una comunità di sviluppatori che sono allo stesso tempo utenti? Con possibilità di utilizzo, modifica e ridistribuzione da parte di chiunque? Che pazzi questi informatici.
La volontà di condividere liberamente il proprio lavoro, nata nell’ambito del progetto GNU e alimentata dai potenti mezzi di comunicazione messi a disposizione dalla tecnologia sfocia nel concetto di copyleft. I cui principi cardine sono riassunti nella licenza GPL, che oltre a garantire le libertà fondamentali, imponeva il mantenimento dello stesso regime di licenza nella ridistribuzione (con un toccò di ricorsività tipico degli informatici).
Insieme alla crescente diffusione del free software sorge la necessità di distribuire anche la relativa documentazione con una licenza libera. Spostandosi dall’ambito informatico, il copyleft viene sviscerato e sviluppato in progetti di libera circolazione delle opere creative e delle informazioni. Il più significativo dei risultati ottenuti è senza dubbio il progetto Creative Commons guidato da Lawrance Lessig.
Da queste considerazioni nasce l’idea di uno spazio dedicato al free software all’interno delle serate laboratorio della Sottosuono records. Assumendo come denominatore comune l’indipendenza, ottenibile attraverso l’autoproduzione, bypassando gli intermediari e mettendo al centro il meccanismo della cultura dal basso piuttosto che il profitto.
di Luigi Russi (fonte: Sottosuono OpenLab, TPO – Bologna)