Quando hai conosciuto Bob Marley cosa vi siete detti, che uomo era, cosa ricordi di lui?
Ho conosciuto Bob Marley circa 30 anni fa’. Ha fatto parte della mia vita… ho suonato, cantato e fumato con lui. Era una persona con forti radici e grande amore per la sua terra e la sua gente, a cui ha voluto trasmettere un messaggio di consapevolezza e di risveglio. Ma anche con Peter Tosh ho condiviso momenti indimenticabili.
Sei stato nominato per il Grammy Award ma alla fine ha avuto la meglio Sean Paul. Pensi che la giuria abbia giudicato anche in base all’elevato numero di copie che ha venduto?
Questo non posso saperlo certo è che Sean Paul, oltre ad essere un amico, è un grande artista. Sono stato nominato altre 7 volte per il Grammy Award e una sola volta l’ho vinto… è giusto che ci sia spazio per tutti. Inoltre, non do molta importanza a questi successi.
Nelle tue canzoni i messaggi sono sempre stati di tolleranza e di amore. Cosa pensi dei testi di alcune nuove canzoni inneggianti al razzismo e all’omofobia?
Penso che la musica stia cambiando… alcuni testi sono oltraggiosi e violenti e non rispecchiano il messaggio di Jah. Non è un buon messaggio per i nostri giovani.
Due parole su Buju Banton, Sizzla e Capleton…
Non voglio rispondere a questa domanda.
Sinead O’Connor è una tua amica e dice di essersi ispirata spesso alle tue canzoni. Dicci qualcosa su di lei…
Sinead è una ragazza dolcissima. Una volta mi disse che cantare le mie canzoni le metteva il buonumore facendogli riscoprire il senso della vita; forse anche per questo volle ispirarsi a loro.
Cosa pensi delle dance hall di nuova generazione?
Non sono contro le dance hall, ma spesso sembrano essere raduni di giovani sballati.
Come vedi il “rasta-movement” in Italia?
Dal poco che ne so sta crescendo molto, ma non solo in Italia, anche nel resto del mondo. Il problema è il messaggio che viene rivolto a questi giovani che a volte è poco pulito.
Hai mai coltivato?
In che senso?
Nel senso… qual’e’ l’erba che preferisci?
Non voglio rispondere a domande sulla Ganja. Penso sia una cosa sacra e personale.
Hai voglia di mandare un messaggio ai nostri lettori, ma anche a tutto il mondo della cannabis culture?
Come ho già detto la Ganja è per noi una cosa sacra, non gradisco molto vederla accostata al mondo del business. Certo è che questa pianta sacra è utile per dare coscienza, speriamo che questa coscienza venga adoperata. Vi auguro comunque buona fortuna. Jah bless ya…
Filo Green e Marco Mattiuzzo
Pubblicato su Dolce Vita n°7 – Gennaio/Febbraio 2007