Se si pensa che fin dall’inizio dei tempi, fino agli ultimi anni, ci sono sempre stati due genitori separati, un maschio e una femmina che in qualche modo si univano per fecondare e procreare nuove progenie. Questo significa che un set di cromosomi proveniente dalla parte maschile ed un set di cromosomi, contribuenti in maniera uguale, proveniente dalla famiglia della femmina producevano 2 set di cromosomi di cui un figlio, o un seme hanno bisogno per diventare un membro a pieno titolo di quella specie. Tuttavia grazie alla conoscenza e alla ricerca, abbiamo imparato a manipolare le piante e praticare l’inseminazione artificiale sugli animali. Tutto questo è relativamente nuovo, nel nostro percorso evolutivo e dobbiamo prestare molta attenzione, dato che non si vuole creare problemi nelle cose che si cercano di selezionare!
Se avete utilizzato o seguito l’arrivo del seme femminizzato nell’industria della Cannabis durante l’ultimo decennio, allora dovreste essere al corrente che, per far si che ciò accada, soltanto una pianta femmina selezionata, indotta tramite prodotti chimici, porta alla progenie di semi solo femmina. Ciò accade fornendo un set di cromosomi naturali dalla parte femmina ed un set di cromosomi che provengono dal fiore maschile indotto chimicamente (che si trova accanto al fiore femminile). Se ora stiamo creando una nuova progenie senza avere bisogno di un set di cromosomi derivante da un vero maschio, allora dobbiamo prendere in considerazione che è avvenuto un cambiamento. Cambiamento significa differenze minuscole che forse all’inizio possono non essere misurabili od osservabili. I cambiamenti necessitano di tempo e se aspettiamo che la nostra tecnologia e le nostre ricerche siano in grado di misurare i cambiamenti e di capire le loro ramificazioni nel nome della scienza, beh, potrebbe essere che nel frattempo grandi cambiamenti nei geni siano già avvenuti, forse in modo irreversibile e addirittura noi stessi stiamo diventando il nostro nuovo nemico.
“Molti coltivatori trascurano la pianta maschio, considerandola inutile, se non addirittura dannosa. Ma la
pianta maschio contribuisce per metà ai genotipi dei discendenti. Le piante maschio non solo vengono preservate per la riproduzione, ma devono anche avere il tempo di maturare, disinibirsi, fino a quando si possono determinare i loro fenotipi e scegliere i loro individui più favorevoli. Il polline può inoltre venire immagazzinato per brevi periodi in modo da utilizzarlo in riproduzioni future.” (Rob Clarke – Marijuana Botany)
“La Cannabis è una pianta dioica, ciò significa che i fiori femminili e maschili si sviluppano su piante separate, sebbene ci siano sempre stati esempi di piante monoiche, con entrambi i sessi su una pianta. Lo sviluppo di rami contenenti organi di fioritura varia ampiamente tra i maschi e le femmine: i fiori maschili sono
appesi a gruppi di rami lunghi, fino a 30 centimetri (12 pollici), larghi e con molte ramificazioni, mentre i fiori
femminili sono raggruppati molto strettamente tra piccole foglie.” (Rob Clarke – Marijuana Botany)
In questo articolo parlerà di alcuni aspetti di base da osservare durante la scelta di una pianta maschile, oltre a darvi alcune idee per continuare progetti di riproduzione/coltivazione a casa, oltre ad un metodo per raccogliere il polline maschile e immagazzinarlo per possibili progetti futuri. La comprensione di tutti gli aspetti e di come sono fatte certe cose, vi darà un’immagine più completa su cui poter basare la vostra opinione, rispetto al credere ciecamente a ciò che altri vi dicono in base alla loro esperienza.
La chiave nel ridurre la probabilità di contaminare le vostre piante femminili con semi non desiderati, sta nel fatto di separare le piante maschili, una volta identificate, e metterle in contenitori per la coltivazione. Se le piante che state utilizzando derivano da un seme, allora dovrete etichettare i maschi a, b, c, d e così via… Questo vi permetterà di fare riferimento ad essi come individui, fino a quando li ridurrete fino alla pianta maschio alfa selezionata, che sarà il risultato della vostra decisione.
Facciamo un esempio per spiegarvi cosa fare con un progetto di questo tipo. Diciamo che iniziamo con 20 semi regolari di Mr. Nice Critical Mass. Piantiamo tutti semi ugualmente, li facciamo germinare tutti e li coltiviamo sotto un ciclo di luce di 18 ore fino a quando hanno raggiunto l’altezza o una maturità della pianta desiderata. Ora forziamo il ciclo di fioritura passando ad un ciclo di luce di 12 ore di luce e 12 ore di buio e in
un arco di tempo che va da 10 a 14 giorni il sesso della pianta inizierà a farsi vedere. Le piante Sativa e Indica svelano il sesso in tempi diversi ed alcune piante vi possono ingannare fino all’ultimo minuto, perciò fate attenzione. Questo è il momento critico per un coltivatore che lo fa per hobby, per un produttore di semi o per un botanico, dal momento che questo è il periodo della riproduzione, che determinerà se l’unione tra il maschio selezionato e il polline femmina funziona o fallisce.
Nel momento in cui si determina il sesso dei 20 semi, separerete tutti i maschi dalle femmine che hanno chiaramente mostrato il loro sesso, lasciando gli incerti come terzo set fino a quando il loro sesso appare
chiaramente. Dato che che ciascun maschio aprirà i propri sacchi di polline in momenti diversi e prima che i fiori femminili siano completamente sviluppati, sarà meglio tenere chiusi i maschi in un’area tranquilla e totalmente separata. Una volta che i maschi si trovano in un’area precisa e possono essere visti tutti assieme, può iniziare una prima selezione e già alcune delle piante maschili indesiderate possono venire
eliminate.
Se 5 dei 10 maschi che prevediamo possiedono qualità che ci piacciono, allora a questo punto potremo eliminare le restanti 5. Io cerco di arrivare a quota 3 maschi da combinare con le altre 10 femmine, così alla fine ci saranno 30 piante da semi sui cui testare la progenie. Ciò significa che ci sono almeno 30 prove diverse derivanti da 20 semi, dimostrando ancora una volta che verranno usate 600 piante per le prove della prima creazione. Se avete selezionato le 3 femmine migliori basandovi sui vostri criteri e combinandole poi con i 3 maschi migliori, questo significherà solo 9 piante inseminate per effettuare il test della progenie per poi continuare secondo questa linea di inseminazione finchè non sarete prossimi ai tratti genetici con una consistenza del 70% simile nel test di progenie finale.
Tuttavia se non avete lo spazio per tutti questi test allora è possibile fare incrociare i 3 maschi selezionati con le 10 femmine in occasioni separate se collezionate, asciugate e immagazzinate il polline maschile di
ciascuno dei 3 maschi selezionati.
Un modo facile di raccogliere la massa di polline maturo è quello di mettere la pianta sopra un pezzo di vetro o di carta distesa sul pavimento. Se le piante maschili non hanno alcun disturbo da parte del vento e si trovano in una stanza molto tranquilla, allora dopo una settimana o 10 giorni di piena fioritura ci sarà una quantità adeguata di polline derivante da ciascuna pianta direttamente sotto la pianta stessa, sul vetro o sulla carta. Procuratevi un contenitore e un paio di forbici e tagliate i ciuffi di fiori direttamente nel contenitore in acciaio inossidabile asciutto. Una volta che il polline viene lievemente agitato nel contenitore, rimuovete tutta la materia verde proveniente dalla pianta. Potrete poi aggiungere il polline raccolto dalla carta a quello
raccolto dai ciuffi di fiori tagliati della stessa pianta e filtrarlo con un setaccio da te, eliminando così qualsiasi sacco pollinico o qualsiasi materiale della pianta, facendo rimanere solamente la polvere gialla (polline) che ora è chiaramente visibile. Etichettatelo come Maschio A con una data, mettetelo in un contenitore molto asciutto, preferibilmente di vetro opaco, posizionate un piccolo pezzo di fazzoletto di carta all’interno del contenitore in modo da permettere all’umidità di venire assorbita ed evitare che il polline faccia la muffa e diventi inutilizzabile. Ripetete il procedimento per i maschi coinvolti in questa selezione cosicchè otterrete tre contenitori differenti con piccoli depositi di polline etichettati come A, B e C con la loro data.
Se poi metterete i contenitori sotto vuoto e li congelerete, sarete in grado di controllare quando e dove farete i semi per ognuno dei 3 maschi. Considerate che il polline non ha una lunga vita, solitamente dai 2 ai 6 mesi se conservato in questa maniera. Ma vi permetterà di controllare l’impollinazione con le piante selezionate ed ottenere semi che dureranno parecchi anni, se mantenuti al freddo, permettendovi così ulteriori progetti di coltivazione in modo da continuare passo dopo passo a seconda di quanto vi permetteranno lo spazio ed il tempo. Avrete anche la possibilità di cospargere a mano il polline su alcuni rami di una pianta femmina nella fase di fioritura e ricavarne i semi da una parte così come i fiori da un’altra parte della stessa pianta. Molte altre possibilità saranno evidenti una volta che avrete congelato il polline, se non lo avete mai fatto prima e questo è ciò che trasforma un coltivatore che lo fa per hobby, in un coltivatore serio.
Invece che far crescere il seme e perdere tempo una volta che i maschi hanno mostrato il loro sesso eliminandoli, datevi tempo e fate dei passi ulteriori verso la conservazione del lavoro che avete già svolto. Avere la possibilità di impollinare una femmina selezionata della stessa specie e salvare il vostro lavoro sotto forma di seme, non può essere una cosa sbagliata! Dal momento che per avere la grande possibilità di seguire le specie ritenute fantastiche, ma che sono state eliminate a causa della carenza di polline maschile, ci vogliono solamente alcuni momenti di attenzione del vostro tempo, forse è arrivato il momento di iniziare una nuova fase nella relazione con la vostra pianta di Cannabis.
A cura di SHANTIBABA Breeder della Mr Nice Seedbank. Tra i massimi esperti mondiali di genetiche e semi di cannabis. Padre di alcuni degli strain più famosi al mondo tra cui White Widow e Super Silver Haze.
Pubblicato su Dolce Vita n°30 – Settembre/Ottobre 2010