Ringrazio Pawan per il post. Vorrei dire alcune cose che mi girano per la testa senza aver letto i post precedenti, quindi chiedo scusa se ripeto qualcosa già detto dagli amici.
Faccio una premessa per mettere le cose in chiaro con eventuali polemisti. Fossi il padrone del mondo lo farei ganjia free 100% ma ci tocca fare i conti pure con gli altri abitanti quindi essere realisti se vogliamo ottenere qualcosina.
Io credo che dobbiamo partire dagli obbiettivi: pochi, raggiungibili, da cui non si possa tornare indietro e che ci diano prospettive future di miglioramenti. Dubito, infatti, si possa arrivare alla legge ideale e definitiva in un unico step. E bisogna partire da qualcosa.
L' eventuale proposta di legge dovrebbe inoltre essere a prova di proibizionisti in quanto li avremo tutti addosso a cercare buchi, imprecisioni o errori per dimostrarci che avevano ragione loro.

Per me gli obbiettivi primari e iniziali sono:
1 - cure gratuite e facilmente accessibili per chi ne ha bisogno per questioni di salute o possibilità di autoprodurre.
2 - il consumatore e il coltivatore devono poter consumare e coltivare in piena legalità, senza nessun tipo di sanzione ne' penale ne' amministrativa.

La questione della cannabis medica è secondo me molto più importante della cannabis per uso ludico e deve essere la ns testa d'ariete, sia per motivi etici (in quanto per me è un di più e posso stare anche senza mentre per i malati è questione vitale) sia per motivi strategici in quanto ci permetterebbe di fare informazione in modo diverso e di convincere molte persone. Soprattutto gli anziani, di solito inorriditi dalla parola "droga" ma molto attenti ai medicinali e agli argomenti sulla salute.
Quando vedremo gli anziani che curano i sintomi della chemio o della SM con il Vulcano o un biscotto saremo a buon punto. E poi è la strada seguita dagli stati americani come la california e il colorado. Anche negli States hanno sdoganato la cannabis medica gradualmente, in più passaggi legislativi, tramite referendum e facendo azione di lobby.
Dubito pero' che si possa arrivare ai dispensari come in america in quanto la sanità italiana è molto diversa da quella americana.
Una buona legge dovrebbe permettere ai malati di riceverla gratuitamente dietro prescrizione medica nelle farmacie direttamente, con una procedura molto più semplice di adesso. O di coltivarserla direttamente come tutti.
Punto imprescindibile la cannabis dovrebbe provenire da produzione italiana, in regime di monopolio statale e si dovrebbe prevedere la possibilità di avere vari strain: dalle indiche, alle sative e alle 1:1 CDB. Non si puo' curare tutto con il bedrocan o il bediol.
E' importantissima la ricerca e una parte dei ricavati della legalizzazione dovrebbe essere destinata alla ricerca di nuovi utilizzi medici della cannabis.

Credo anche che questa sia la parte più facile da regolamentare; la questione rognosa è il punto 2. Non è affatto semplice: sappiamo + o - cosa vogliamo ma non come metterlo in pratica.
Molte idee e tanti modelli: Spagna - Colorado - Uruguay
Per me da una parte lo stato deve smettere di dare la caccia ai consumatori e permettere l'autoproduzione e l'acquisto a prezzi bassi che non generino mercato nero. E per contro la stessa legge non deve incentivare il consumo, deve distruggere il mercato nero, tutelare i minori e i non consumatori.

Partiamo dalle cose semplici: tutelare i non consumatori. Basterebbe proibire il fumo in luoghi pubblici, per strada o in luoghi frequentati da minori (basterebbe anche il buon senso). Consentire il consumo solo in luoghi privati (casa, auto, club privato).
Eventuali trasgressioni saranno punite con una multa (come per il tabacco).
Naturalmente rimarrebbero i legittimi vincoli del codice della strada e questo meriterebbe un capitolo a parte, in quanto occorre trovare una soluzione che determini con precisione da quanto tempo si è fumato prima di mettersi alla guida.
Tutelare i minori in un quadro di cannabis legalizzata sarebbe più semplice di adesso. Ora i ragazzini la possono comprare senza controlli e a qualsiasi ora. Dopo non potrebbero più (o molto più difficilmente) senza andare sul mercato nero (che dovrebbe sparire). Naturalmente sarebbe proibita la coltivazione ai minori.
Legalizzarne la produzione e il consumo senza incentivarne il consumo e disintegrando il mercato nero è la vera sfida.
Capitolo produzione: dividerei la produzione per uso privato da quella commerciale.
La produzione a uso privato dovrebbe essere senza tasse ne soggetta a permesso (ebbene si, mi avete convinto ahahah)
Al limite per permettere allo Stato di avere un ritorno economico (argomento molto sentito anche dai proibizionisti) si potrebbe mettere una tassa sui semi da seed bank.
Dovrebbe prevedere limiti di numero e di quantità diverse a seconda di indoor o outdoor. E qui casca l'asino: ognuno di noi infatti vorrebbe il limite adeguato ai propri consumi ma temo sia impossibile.
Credo si potrebbero copiare i limiti imposti dagli altri paesi: Uruguay (40*12=480 gr./anno o n. 6 piante) Colorado (n. 6 piante e max 28 gr. per volta).Un buon compromesso potrebbe essere appunto: 6 piante o max 500 gr di prodotto secco per outdoor e 6 piante o max 300 gr. per ciclo in indoor.
Naturalmente questi sarebbero i limiti massimi di piante o di sostanza detenibile in casa. Porrei dei vincoli molto più bassi per il trasporto e la detenzione fuori casa(tipo 15 gr).
Copiando poi dalla Spagna proporrei i C.S.C. che mi sembrano un ottimo modo di gestire l'autoproduzione. In quel caso si potrebbe pensare ad una tassa collettiva (sempre per invogliare i proibizionisti).
Personalmente potrebbero non bastarmi come limiti di coltivo ma non mi pongo il problema, in quanto mi pare ovvio che in un quadro di cannabis legalizzata dovranno pure smettere di dare la caccia ai consumatori e ai coltivatori, e a me questo basta. C'è anche da dire che se con la nuova legge si dovranno mandare centinaia di poliziotti a pesare e contare le piante per farla funzionare saremmo punto a capo e non avrebbe senso.

Occorre poi pensare ai milioni di consumatori che non possono o non vogliono coltivare: devono per forza comprarla. Per la mentalità italiana in un primo tempo credo che i coffee shop o i dispensari americani siano impossibili da avere e persino controproducenti per la causa. Non si riesce ad aprire le case chiuse (legge merlin) e se si pensa che tutti tromb.... e molti meno fumano, come possiamo pensare di avere i coffe shop senza sollevazioni popolari dei bigotti italiani?
Secondo me, inizialmente, un ottimo sistema sarebbero i distributori automatici. Sulla falsa riga di quelli per le sigarette, con telecamere, tesserino sanitario, etc.
Il prezzo dovrebbe essere molto basso, in modo tale da competere con il mercato nero e l'autoproduzione (tipo 3€/gr) e la produzione affidata a produttori autorizzati con concessione statale. Naturalmente tassati. Per il solito discorso dell'incentivo economico ai proibizionisti.

Queste a grosse linee le mie idee, anche se scrivendo questo lungo post (in più volte) mi sono reso conto dell'enorme complessità della questione. Spesso non andiamo d'accordo nemmeno tra di noi e qualsiasi soluzione ha sempre delle controindicazioni.

Ancora due riflessioni, sperando di non annoiare.
Secondo me il più grosso ostacolo all'antiproibizionismo è la politica. Mi spiego meglio: la battaglia antipro è sempre stata storicamente una battaglia della sinistra e dei radicali.
Essi ci hanno campato sopra per decenni, cercando in buona fede (ma spesso no) di rompere il muro proibizionista. Senza riuscirci. E' ora di finirla e di sganciare la battaglia antipro da qualsiasi legame e colore politico. Deve diventare una battaglia di tutte le persone di buon senso, anche se di colore politico diverso. Come diceva qualcuno: a me non interessa il colore del gatto
l'importante è che mi prenda il topo.
Altra considerazione: occorre sganciare la cannabis dall'immagine del figlio dei fiori, del capellone, del punkabestia. Mi attirero' qualche critica e lungi da me qualsiasi giudizio morale ma troppo spesso tra i non consumatori si identifica lo spinello con il capellone e fancazzista. Lo so. Non è così. Ma spesso e' il pensiero comune. Per far cio' bisognerebbe che sempre più gente (parlo di opinion maker e influencer) facessero outing e prendessero posizione pubblica a favore della cannabis.
Far capire agli ignoranti in materia che il 99% dei consumatori è gente normale, con un lavoro, una famiglia, delle responsabilità e spesso posizioni di potere e di comando.

Io vedo poi molte similitudini con la battaglia per i diritti degli omosessuali e dovremmo prenderne spunto e copiarli.
Le analogie sono impressionanti. pure loro vengono da una tragedia (comune tra l'altro: l'aids) che ne ha trasformato l'immagine pubblica in quella di viziosi, pervertiti, peccatori e infine castigati giustamente dal giudizio divino. All'inizio l'aids era la malattia dei gay come l'eroina era il destino ineluttabile dei fumatori di spinelli. Ci sono voluti decenni agli omosessuali per sganciarsi da quell'immagine e lo stesso sarà per noi.

Per ora è tutto scusate la lunghezza.