Sempre meno megapiantagioni all’aperto, sempre piu’ coltivazioni indoor. L’ultimo rapporto annuale della Direzione centrale per i servizi Antidroga (Dcsa) al capitolo “cannabis” segnala un vero e proprio boom globale del fai-da-te.
“Il fenomeno cui si sta assistendo in questi ultimi tempi – premettono gli analisti – riguarda le coltivazioni realizzate in appartamenti, serre ed anche in container”. Le ragioni?
Facili da intuire: “minori rischi di individuazione da parte delle autorita’ preposte al controllo”, “alta redditivita’” ed “elevato contenuto di Thc (il maggior principio attivo, ndr) che consente un prezzo di vendita molto piu’ alto”. Non solo: quello che serve per tali coltivazioni “e’ facilmente reperibile sul libero mercato ed in questo internet e’ stato ed e’ un ampio volano per chi vuole dedicarsi a questo genere di commercio illecito”.
Coltivazioni indoor si registrano in Nord America, in Europa centro occidentale ed in Oceania. Soprattutto in Europa, partendo dall’esperienza olandese, il metodo “si e’ diffuso in quasi tutti i Paesi con produzioni che spesso eccedono il consumo personale e che vengono destinate quindi allo spaccio”.
Fonte: Notiziario Aduc