ciao cheese, sono d'accordo con te quasi su tutto...tranne all'inizio perché dici

C'è differenza nel giungere alla meditazione spinti da un sentimento di disagio, voglia di cambiare, voglia di dimenticare etc.. oppure arrivare alla meditazione perchè passo naturale della nostra cultura.

Ma io ti chiedo...come fa la meditazione a essere il passo naturale della nostra CULTURA? se è proprio la nostra cultura la causa di molti disturbi? E' chiaro che il percorso incomincia da una crisi. Benedetta sia ogni crisi, dunque. Perché ogni crisi personale è una critica anche universale.
Noi "occidentali" spesso dunque arriviamo alle filosofie orientali dopo aver sofferto per qualche motivo. Chi più chi meno, ma è sempre così. E non solo orientali ovviamente. Ma in qualche modo sentiamo di dover ritornare a una saggezza che non solo è antica, ma è più moderna dei moderni, è eterna.
Ricordo il discorso di un lama a cui assistetti tempo fa...

Pensiamo a quanti esseri animali ci sono nel mondo....
oppure pensiamo anche solo a quanti esseri animali ci sono nella tua città....miliardi di mosche...zanzare....e poi uccelli, cani, gatti....e quanti esseri vegetali.....piante, alberi....
ora pensiamo a quanti esseri umani ci sono.......molti, molti di meno....l'un per cento forse? ma nemmeno
e di questo uno per cento, quanti si sono avvicinati al Dharma?
una percentuale ancora più microscopica...

cerchiamo quindi di capire questo nostro privilegio, il privilegio di avere cercato e incontrato il Dharma sul nostro cammino...